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LA RICOSTRUZIONE
                    DELLA SALA D’ERCOLE
                 NELLA ROCCA DI SORAGNA

                         Alberto Bordi, Sauro Rossi, Marco Zarotti

   Nel 2003 cade il cinquecentenario della nascita di Francesco Mazzola, detto il Parmigianino (Par-
ma 1503 – Cortemaggiore 1540), artista da ascrivere tra le principali personalità della prima metà del
cinquecento italiano, nel passaggio fra la fervida stagione del pieno rinascimento e le prime espres-
sioni del manierismo.

   Fra XV e XVI sec. il panorama politico parmense è fortemente condizionato dalla presenza delle
signorie feudali, un ceto che dai castelli del contado gestisce e influenza le stesse istituzioni cittadi-
ne: sono i grandi feudatari che rappresentano i veri poteri forti con cui i regnanti su Parma devono
relazionarsi. Approfittando della turbolenta stagione delle guerre d’Italia, infatti, le signorie ipoteca-
no l’effettivo esercizio della sovranità sul parmense, alternativamente compreso nel territorio del du-
cato di Milano o dello Stato della Chiesa. Un assetto politico da cui deriva una condizione di privile-
gio e di sostanziale autonomia da parte delle famiglie feudali che sopravviverà sino alla seconda
metà del cinquecento. In questo contesto fiorisce e si consolida una particolare stagione culturale,
dove le “corti” animate dalle diverse dinastie svolgono un ruolo primario. Questa stagione del parti-
colarismo signorile entra in crisi con lo stabilizzarsi del quadro politico locale con la formazione del
nuovo stato ducale di Parma e Piacenza voluto dai Farnese. Viene così meno anche quella particola-
re forza propulsiva delle antiche signorie, matrici di cultura e di modi di vita e di azione su tutto il
parmense, con il concentrarsi in un unico polo di promozione culturale e artistica presso la corte
ducale dei Farnese. Fra XV e XVI sec. si assiste al fiorire di numerose corti presso le più importanti
signorie territoriali: nelle rocche di San Secondo, Soragna, Fontanellato, Bardi, Montechiarugolo,
ecc., si consolida un universo cortese, con aspetti, modi di vita e tendenze culturali peculiari, come
ha ben individuato Federico Zeri. Fra le suggestioni di un passato glorioso e le concrete possibilità
d’azione del presente, si moltiplicano le ambizioni dei feudatari a promuovere importanti commesse
in grado di conferire, con la magnificenza artistica, il senso della nobiltà e della dignità del casato.

   Il coinvolgimento, per iniziativa dell’Amministrazione Provinciale di Parma, dei luoghi e dei con-
testi ambientali coevi al Parmigianino, in un percorso di scoperta e approfondimento tematico, costi-
tuisce un’opportunità per offrire una suggestiva lettura dell’epoca, per comprendere e per documen-
tare la formazione e l’opera del maestro.

   Il Rinascimento, anche nel parmense, è un periodo di grandi trasformazioni culturali e sociali che
interessano le arti, l’architettura, l’economia, i rapporti sociali e la politica. Il fiorire delle arti in que-
sto periodo storico è quindi connesso alla presenza di grandi signorie territoriali e alle corti sorte
attorno alle principali famiglie nobili. È così possibile raccontare le vicende del cinquecento par-
mense attraverso i luoghi e i personaggi emblematici, che con le loro gesta e le peculiarità delle loro
personalità hanno animato il panorama culturale dell’epoca. Attraverso le suggestioni dei luoghi e le
vicende dei signori si è proposto un percorso tematico che approfondisce gli aspetti principali della
vita di corte negli anni della formazione del Parmigianino. L’arco temporale considerato è in realtà
esteso dalla seconda metà del XV secolo all’inizio del XVII secolo: la costruzione del castello di
Torrechiara, completato nel 1463, può considerarsi emblematica del processo di insediamento delle

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