Page 262 - Antonio Canova
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Federico Sanvitale                Giannantonio Selva
Figlio del conte Alessandro e     Nato a Venezia nel 1754, studiò
della marchesa Costanza Scotti,   pittura sotto la guida di
nacque a Parma nel 1757 ca. Fu    Tommaso Temanza. Dopo le
cavaliere gerosolimitano al       prime prove quale allestitore e
servizio del re di Sardegna e di  architetto d’interni (a Roma per
quello d’Etruria, nonché          il Rezzonico e per l’ambasciatore
studioso di storia naturale e     Zulian e a Parigi per
appassionato bibliofilo di larghe  l’ambasciatore Dolfin) e dopo i
cognizioni e conoscenze. Nel      suoi viaggi nell’Italia
1814 fu nominato comandante       meridionale e nell’Europa del
della Guardia Nazionale di        Nord, Selva si affermò anche a
Parma. Nel 1816 la duchessa       Venezia (non senza fatica,
Maria Luigia d’Austria lo elesse  almeno fino al concorso per la
suo ciambellano e castellano      costruzione della Fenice, alla
della città. Morì a Parma nel     realizzazione della villa presso
1819.                             Treviso per il ricchissimo
                                  appaltatore dei tabacchi
                                  Girolamo Manfrin, all’intervento
                                  sul palazzino Erizzo in calle del
                                  Ridotto, ai lavori, solo
                                  parzialmente realizzati, per il
                                  palazzo dell’ultimo dei dogi,
                                  Ludovico Manin, a San
                                  Salvador, ma anche fuori
                                  Venezia, a Padova e altrove),
                                  divenendo l’architetto più noto
                                  del Veneto, e vivendo per primo
                                  e direttamente le trasformazioni
                                  istituzionali e professionali del
                                  nuovo ordine napoleonico. Fu in
                                  stretti rapporti con l’Accademia
                                  veneziana fin dal 1787, quando
                                  fu nominato fra i tre “professori
                                  per l’architettura statica”, ed
                                  esercitò un’azione
                                  particolarmente intensa sul
                                  dibattito come sulle scelte
                                  architettoniche ed urbanistiche
                                  del suo tempo in Venezia. Dal
                                  1779 divenne uno dei più intimi
                                  e fedeli amici di Canova, in
                                  compagnia del quale aveva
                                  intrapreso il suo primo viaggio
                                  nell’Urbe, e cui fu legato, come
                                  assiduo corrispondente o come
                                  intermediario, in numerose
                                  occasioni. Morì a Venezia nel
                                  1819.

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