Page 259 - Antonio Canova
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Antonio Diedo                       Angelo Pizzi
Figlio di un senatore e             Nato a Milano nel 1775, si formò
magistrato della Repubblica,        come scultore all’Accademia di
nacque nel 1772 a Venezia, dove     Brera, dove fu uno dei migliori
ricevette un’accurata educazione    allievi di Giuseppe Franchi.
umanistico-letteraria,              Autore di ritratti e opere di gusto
applicandosi anche allo studio      neoclassico di ispirazione
dell’architettura. Decisivo in tal  mitologica, a Milano realizzò per
senso fu l’incontro con Giacomo     l’Arco della Pace la figura di
Albertolli, nipote di Giocondo, e   Apollo e quella allegorica della
per suo tramite l’amicizia con      Vigilanza. Nel 1804 ottenne la
Giannatonio Selva, col quale        cattedra di scultura
Diedo iniziò un lungo e proficuo     all’Accademia di Carrara dove
rapporto di stima, discepolato e    rimase fino al 1807, anno in cui
lavoro. Dopo la caduta della        fu chiamato come professore di
Repubblica veneta iniziò la         scultura all’Accademia di
carriera come architetto,           Venezia, dove insegnò fino alla
partecipando al dibattito           morte, avvenuta nel 1819.
sull’architettura con i primi suoi
scritti, il Casino Villereccio
(Venezia 1800) e il Discorso
sull’architettura (Venezia 1805).
A fianco del Selva seguì la
riprogettazione del duomo di
Cologna Veneta, nel 1805, e la
ricostruzione della chiesa
veneziana di San Maurizio, nel
1806. Nel 1808 fu nominato
segretario perpetuo e
vicepresidente dell’Accademia di
Belle Arti di Venezia. Stretto
collaboratore del Cicognara, col
quale aveva pubblicato la
descrizione delle Fabbriche più
cospicue di Venezia, contribuì
con lui e col Selva a orientare i
progetti e le realizzazioni
architettonico-urbanistiche sia
degli anni napoleonici sia di
quelli più difficili della
Restaurazione. Al suo consiglio,
scomparso prematuramente il
Selva nel febbraio 1819, ricorse
anche Canova per la costruzione
del grandioso Tempio
possagnese. Quando nel 1826 il
Cicognara si dimise dalla carica
di presidente dell’Accademia,
Diedo ne assunse pro tempore la
funzione fino al 1839. Morì a
Venezia nel 1847.

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