Page 104 - Antonio Canova
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una certa inclinazione per il disegno, da dove era uscito
nell’aprile 1814 dimettendosi da ufficiale. Nel lungo viaggio
affrontato dal padre nel 1818-1819 per accompagnare a
Vienna l’Omaggio delle Provincie Venete all’imperatrice, lo
aveva seguito attraverso Baden, Dresda, Praga, Berlino, Lipsia,
Colonia, Francoforte, Stoccarda, Strasburgo, per giungere,
infine, a Parigi. Gaudente e scapestrato, durante il soggiorno
parigino era stato sul punto di compromettere oltre al proprio
anche l’onore del padre legandosi ad una “scaltra
femminuccia” (Malamani 1888 II, p. 222). Salvato dal padre
quando stava per cadere tra le braccia della figlia del principe
di Castel Cicala, ambasciatore della corte napoletana a Parigi,
venne mandato a Dresda “perché si rendesse famigliare la
lingua tedesca, e si avviasse quindi nella carriera diplomatica”
(Ibidem, p. 223).
2. Lucia Fantinati, vedova di Nicolò Foscarini, che il conte
Cicognara aveva sposato in seconde nozze il 25 aprile 1808
dopo averla incontrata a Giacciano (Rovigo) mentre era ospite
del marchese Carlo Bentivoglio d’Aragona discendente dei
Grandi di Spagna, genero della Fantinati avendone sposato la
figlia Adelaide.
3. In realtà, alla morte del Cicognara, scomparso a Venezia nel
1834, il busto colossale poté subito essere collocato, per
generosa rinuncia della vedova e del figlio Francesco, nel
cimitero della Certosa ferrarese quale coronamento del
monumento funebre dell’effigiato. Qui rimase fino al 1992,
quando venne trasferito nel Museo di Palazzo Schifanoia.
4. Adelaide (detta Lalla) Foscarini, morta l’8 aprile 1818. Il
Busto di Beatrice (già a Venezia, collezione Giovanelli;
ubicazione attuale ignota), tratto dall’originario modello in
gesso relativo ad una prima fase dell’opera in cui la testa ideale
appare col capo velato senza il ramo d’olivo, era stato donato
da Canova all’amico Leopoldo Cicognara per ricambiare il
dono della Storia della Scultura, ed accolto dal conte al ritorno
del suo lungo viaggio europeo nell’ottobre del 1819. Secondo la
testimonianza del Malamani (1888 II, p. 337), la Testa di
Beatrice era stata posta dal Cicognara nello studio del suo
nuovo appartamento alle Procuratie Vecchie (affittato a partire
dal 1831), sopra un tavolo di marmo di Carrara, vicino al
proprio busto e a quello di Canova, collocati su piedistalli.
5. Allo scultore Rinaldo Rinaldi, che aveva parzialmente
terminato il busto colossale del ferrarese, rimasto privo degli
“estremi tocchi” per la morte dello scultore, Cicognara aveva
commissionato anche una copia dell’Autoritratto canoviano,
per creare con il proprio ritratto una coppia che sottolineasse la
profonda amicizia che li aveva legati in vita.
6. Canova aveva donato a numerosi amici ed estimatori calchi
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