Page 105 - Antonio Canova
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in gesso dell’Autoritratto in marmo del 1812, finito sulla tomba
nel Tempio di Possagno: nel 1813 a Joséphine Beauharnais, a
Pietro Giordani, a Leopoldo Cicognara (che lo aveva
profondamente agognato, arrivando a scrivere allo scultore:
“Tutto il mondo è pieno di voi, e la mia cameretta di studio,
che è il mio piccolo mondo, deve essere piena oltrecché del
vostro nome, anche della vostra immagine: se non me la date
vado a rubarla”. In Malamani 1888, II, pp. 75-76), nel 1818
all’architetto Giannantonio Selva e a Giuseppe Falier, figlio del
patrizio Giovanni, primo protettore veneziano del Canova.
7. Come più sopra ricordato (cfr. nota 2), il marchese Carlo
Bentivoglio d’Aragona Ferrara aveva sposato la figliastra del
Cicognara, Adelaide Foscarini.
8. I rapporti fra Francesco Cicognara e la matrigna (morta nel
1846 lasciando eredi delle preziose carte Cicognara i
Bentivoglio) non furono mai facili.
9. Girolamo Cicognara (1772?-1839), cugino e procuratore di
Leopoldo a Ferrara. Sospettato dalla polizia austriaca di
appartenere alla setta della carboneria, nel 1818 era stato
arrestato a Venezia e trattenuto in prigione per trentasette
giorni. Durante il Regno d’Italia aveva ricoperto la carica di
podestà di Ferrara. Sotto il regime pontificio fu nominato
conservatore delle ipoteche.
10. Massimiliana Cislago, sposata dal conte Cicognara il 16
ottobre 1794, dopo un breve fidanzamento favorito dall’abate
Fortis e dal Cesarotti (che l’aveva incontrata a Venezia nella
casa dell’avvocato Cromer a San Maurizio nel febbraio 1794),
morta a Pisa il 6 gennaio 1807.
11 Ludovico Lipparini (Bologna, 1800-Venezia, 1856) aveva
realizzato un celebre Ritratto di Leopoldo Cicognara (Venezia,
Gallerie dell’Accademia, in deposito a Ca’ Pesaro), considerato
fra i migliori esempi della ritrattistica contemporanea. Eseguito
nel 1825, l’anno prima delle dimissioni del conte da presidente
dell’Accademia veneziana, raffigura il Cicognara con due
volumi delle opere di Winckelmann e d’Angicourt, della cui
opera l’erudito ferrarese si era proclamato ideale continuatore
nella sua Storia della Scultura. A sinistra, sorta di nume
tutelare, è effigiato il Busto di Beatrice del Canova.
12. Giuseppe Borsato (Venezia, 1770-1849), fu allievo
dell’Accademia veneziana dove aveva studiato pittura, in
particolare prospettiva, sotto la guida di Agostino Mengozzi
Colonna. Durante un soggiorno a Roma frequentò l’ambiente
del Canova; rientrato a Venezia, si dedicò inizialmente alla
pittura di vedute e al genere decorativo. Nel periodo
napoleonico acquistò fama disegnando apparati per le feste e
decorando la camera dell’imperatore e la sala del trono nel
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