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ciati di biacca sul volto del Cristo. della via principale, che rappresentava un Con-
Ogni altro eventuale dubbio sull’attribuzione certo di sei persone e l’Incontro di Paolo III con
Carlo V avvenutovi il 21 giugno del 1543.
cade confrontando i motivi strutturali e la
morfologia del dipinto con l’ulteriore produzio- Presumibilmente il pittore venne ingaggiato
ne del maestro modenese. I rimandi sono so- a Soragna (ove era presente dal 1540 circa)
prattutto all’Adorazione dei Magi del 1540 nella nella seconda metà del 1543 da Girolamo
parrocchiale di San Polo d’Enza e alle Storie Pallavicino, il quale potrebbe benissimo essere
dell’Orlando Furioso nella Pinacoteca di Bolo- stato anche il donatore dell’affresco nella chie-
gna; ma pure ai fregi con Storie di Tarquinio il sa dei Francescani, sede delle cappelle di fami-
Superbo già in Palazzo Torfanini, e Storie di Ca- glia. Dopo questo secondo e importante lavoro
milla e Storie d’Ercole in Palazzo Poggi a Bo- è plausibile che Nicolò tornasse nella Rocca di
logna. Scandiano, dato che si hanno sue notizie docu-
mentate a Modena solo il 22 maggio del 1545.
Lo stesso soggetto bussetano fu trattato da
Nicolò, in controparte, nell’alto di un disegno La nuova opera permette di rimarcare quan-
con la Crocifissione nel Nationalsmuseum a ta importanza ebbe nella sua carriera la perma-
Stoccolma, che presenta appunto alcune somi- nenza nel Parmense, a poca distanza dal
glianze e una fluidità parmigianinesca ancora Parmigianino di Fontanellato e dal Pordenone
più marcata. Mentre in due fogli con Scena di di Cortemaggiore. Non per nulla nella sua
caccia al falcone e Battaglia di cavalieri emersi prima opera sicura realizzata nell’immediato
di recente agli Uffizi di Firenze ritorna in modo seguito, la pala per San Pietro a Modena, egli
estremamente puntuale il cavallo imbizzarrito esplicita con grande effetto i risultati dei suoi
che guarda lo spettatore. studi, ricopiando ancora dal Pordenone a Cor-
temaggiore e dal Correggio a Parma.
A Busseto resta ignota l’occasione della
commissione francescana, così come del resto Giuseppe Cirillo - Giovanni Godi
lo è in parte quella per l’accennato affresco
Bibliografia:
U. GALETTI, E. CAMESASCA, Enciclopedia della pittura italiana, vol. I, Milano 1951, p. 497 (come Antonio Campi).
(G. CIRILLO), G. GODI, Antonio e Vincenzo Campi a Busseto e nei dintorni, in “Biblioteca 70”, n. 4, 1975, pp. 53-60 (con
bibliografia precedente), f. 1 (come A.C.).
A. GHIDIGLIA QUINTAVALLE, Dipinti cremonesi del secolo XVI a Monticelli d’Ongina e a Busseto, in Scritti di storia dell’arte
in onore di Ugo Procacci, vol. II, Milano 1977, p. 459 (come Giulio Campi).
D. SORESINA, Enciclopedia diocesana fidentina, vol. III, le parrocchie, i parroci, le chiese, Fidenza 1979, col. 453 (come
Antonio Campi).
G. CIRILLO, G. GODI, Contributi ad Antonio Campi, in “Annali della Biblioteca Statale e Libreria Civica di Cremona”, vol.
XXVI/2 (1975), Cremona 1982, p. 13 (come A.C.).
Id., Guida artistica del Parmense, vol. I, Parma 1984, p. 62 (come A.C.).
Id., Fra Parma e Piacenza, un itinerario di pittura cremonese nel territorio pallavicino, in “Parma nell’Arte”, fasc. I-II,
1985, p. 30 (come A.C.).
C. MINGARDI, Con Verdi nella sua terra. Guida breve di Busseto, Roncole e Sant’Agata, Cremona 1989, p. 61 (come A.C.).
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