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Il singolare fregio zooforo nella Rocca di So-           D’altra parte l’interesse coltivato a Cremona
ragna traeva spunti, oppure influenzava, sia per         per l’arte manierista della confinante zona emi-
la composizione che per i particolari quello a           liana fu provato, prima del 1819, dalla copia su
monocromo col fondo blu nel maniero degli                tela della parte inferiore dell’affresco abatiano
Este a San Martino in Rio (Reggio Emilia) (figg.         sulla facciata della casa di Busseto, che si con-
24, 25). Attribuito a Lelio Orsi104, è invece chia-      servava presso il marchese Cattaneo.
ramente da ascrivere allo stesso Nicolò del-
l’Abate, tutt’al più col concorso di aiuti; senza           Tale cultura storica è confermata soprattutto
dimenticare l’analogia tipologica col fregio nel-        dal brano, peggio conservato ma di dimensioni
l’ex convento di San Paolo, dianzi proposto a            analoghe ai due, segnalatomi da Lia Bellingeri
Girolamo Bedoli.                                         nei depositi della stessa Pinacoteca lombarda.
                                                         Donato da Enrico Finzi nel 1906-1907, viene as-
   Da ben venticinque anni nutrivo riserve, or-          segnato a “Pittore del sec. XVI: Busto di figura
mai superate, sull’autografia del maestro mode-          maschile”107, anche se reca documentato nel
nese per due frammenti d’affresco nella Pinaco-          verso: “Pitura affresco di Francesco Mazzola
teca di Cremona raffiguranti un Busto di donna           detto Parmigianino levata dal muro in una Roc-
con Amorino (fig. 26) e un altro Amorino (fig.           ca di Soragna”.
27) su fondi vegetali. Inizialmente furono asse-
gnati a Parmigianino, poi ritenuti con probabi-             L’esiguità del frammento e la marginalità
lità di mano cremonese, catalogati come di               che la mezza figura, di certo una Madonna
“Scuola” del Mazzola, stornati su Jacopo Ber-            svenuta (fig. 28), dovette avere nella scena
toia, creduti “be Bolognese in origin, near Er-          completa, probabilmente un Compianto sul
cole Procaccini”, ed infine, pur se con dubbio,          Cristo morto, potrebbero fare sembrare azzar-
di Antonio Campi105. In realtà mi sembra assai           data la proposta di pronto inserimento nel
palese l’assimilazione tipologica, espressiva ed         catalogo del maestro modenese. Eppure l’ab-
esecutiva con i dipinti superstiti di Nicolò a           breviatura esecutiva, ad esempio, si riscontra
Soragna e Busseto.                                       nella Veronica ammantata di scuro in secondo
                                                         piano del Gesù che cade sotto la croce in Santa
   I lacerti della Pinacoteca a Cremona fanno            Maria degli Angeli a Busseto; mentre il tipico
parte del lascito del marchese Giuseppe Sigi-            motivo ad intreccio sul bordo del manto della
smondo Ala Ponzone (1761-1842), la cui colle-            figura di assistente, scomparsa quasi del tutto,
zione fu segnalata in palazzo dalle Guide locali         ritorna sia nell’Adorazione dei Magi a San Polo
dal 1818, e potrebbe essere perfettamente at-            d’Enza, sia nella copia dal Colloquio fra Paolo
tendibile che gli intonaci, identificabili coi di-       III e Carlo V di Busseto.
pinti di Parmigianino citati nel 1856106, provenis-
sero proprio dal castello di Soragna. Nell’ambito           L’analogia dei soggetti sacri potrebbe fare
del generale deperimento dei quattro ambienti            pensare che il terzo lacerto di Cremona non
e della conseguente ristrutturazione architettoni-       fosse a Soragna dall’origine, bensì provenisse
ca, è stato già presunto che nel 1816 venisse            dalla chiesa francescana di Busseto. In caso al-
tolto da questi muri il bellissimo Amore che in-         ternativo, l’asportazione da un muro della Roc-
cocca l’arco, diverso dai due frammenti cremo-           ca Meli Lupi andrà posta nell’ambito delle co-
nesi soltanto per la provenienza della luce; che         spicue ristrutturazioni operate nel 1816 sul
però non impedisce di immaginarli in origine su          quartiere affrescato, e non durante i lavori di
pareti diverse della stessa stanza decorata.             ripristino nel 1904. Il soggetto religioso rende-
                                                         rebbe appunto assai più difficile intuire in quale

    104 D. COLLI-A. GARUTI-R. PELLONI, Piccole capitali padane, Modena, 1996, ff. a pp. 118-119.
    105 I. CAMELLI, La Pinacoteca del Museo Civico, in “Cremona”, 1930-1931; S.J. FREEDBERG, Parmigianino: his works in
painting, Westport, 1950, p. 219; A. PUERARI, La Pinacoteca di Cremona, cat., Firenze, 1951, p. 130, f. 149; S. ZAMBONI,
recensione a Il Bertoja di Augusta Ghidiglia Quintavalle, in “Arte antica e moderna”, n. 26, 1964, p. 234, f. 76a; D. DE
GRAZIA, Bertoia, Mirola and the Farnese court, Bologna, 1991, p. 103; L. BELLINGERI, Estrattisti a Cremona fra Settecento e
Novecento, in “Studi e bibliografie’’, 5, Cremona, 1996, p. 48, n. 9.1.3; C. ALPINI, I pittori emiliani e toscani, in La
Pinacoteca. Origine e collezioni, Cremona, 1997, p. 122.
    106 A. GRANDI, Descrizione della Provincia e Diocesi cremonese, Cremona, 1856.
    107 L. BELLINGERI, op. cit., p. 50, n. 9.6; I. MOTTA, La formazione del Museo dal nucleo del 1842 ad oggi, in La Pinacoteca.
Origine e collezioni, Cremona, 1997, p. 37.

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