Page 163 - Antonio Canova
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RINALDO RINALDI1 A GIUSEPPE BELLINI
Preg.mo Sig.r Don Giuseppe Bellini
Dalle mani della Signora Marietta Cotogni, mi è stato
gratissimo di ricevere le sue belle memorie pubblicate
sopra la nostra eterna Roma. Ella Sig.r Don Giuseppe,
meglio non poteva interpretare, e dire sopra questa
unica Città; mi rallegro assai con Lei, e la ringrazio
del suo bel dono, e mi auguro si presto rivederla, per
fare dei nuovi colloqui. Intanto accetti le mie
congratulazioni, e quelle della mia famiglia, mentre
passo a segnarmi
Um.o Servo, e amico
Rinaldo Rinaldi
Roma 21 settembre 18702
*Autografo: un foglio int., mezza facciata.
A tergo: Al Chiar.o Dottissimo Sig.r/ Il Sig.r Don Giuseppe
Bellini/ Bergantino
1. Rinaldo Rinaldi (Padova, 1793-Roma, 1873), figlio di
Domenico, intagliatore in legno, fu allievo presso l’Accademia
veneziana di Belle Arti di Teodoro Matteini per gli elementi di
disegno e di Angelo Pizzi per la scultura. Premiato nel 1811 e
nel 1812, giunse come pensionnaire del Regno Italico a Roma,
dove, incoraggiato e protetto da Leopoldo Cicognara,
presidente dell’Accademia e grande amico di Canova, fu
accolto immediatamente nello studio dello scultore, che lo
prediligeva al punto da dichiarare che avrebbe voluto averlo
figlio. Rinaldi fu infatti tra i pochi che ebbero la possibilità di
giovarsi dell’aiuto di Canova a potersi vantare della qualifica di
suo allievo diretto, collaborando attivamente ai lavori dello
studio canoviano. Terminato il triennio, l’artista rimase a
Roma, affermandosi come scultore autonomo grazie al gruppo
di Cefalo e Procri, premiato all’Accademia di San Luca nel
1815 e all’epoca molto lodato, e ricevendo incarichi sostanziosi
anche da Canova, che gli affidò il busto in marmo di Andrea
Mantenga nell’ambito della serie di ritratti di italiani illustri
realizzati per il Pantheon (poi trasferiti alla Protomoteca
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