Page 164 - Antonio Canova
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Capitolina). Nel 1817 il possagnese lo coinvolse, sotto l’egida di
Cicognara, nell’Omaggio delle Provincie Venete per le quarte
nozze dell’imperatore d’Austria (cfr. L. Cicognara, La Musa
dell’Istoria scolpita da Canova, nota 1), per il quale Rinaldi
scolpì il gruppo di Chirone che ammaestra Achille nel suono
della lira, unica opera che, dopo l’esposizione all’Accademia di
Venezia nell’estate del 1818, non seguì la via della capitale
asburgica, perché ritenuta dal Cicognara piena di difetti. Lo
scultore allora si offrì di scolpire un gruppo con Camilla
istruita dal padre Metabo a tirar l’arco, che non venne tuttavia
accettato perché ormai nell’Album di incisioni curato dal
Cicognara e pubblicato nel 1818 compariva la stampa con
Chirone ed Achille. Il gruppo con questo soggetto venne
realizzato da Luigi Ferrari e quindi spedito a Vienna. Rimase
comunque lo scultore prediletto del conte ferrarese, che
successivamente, durante il suo soggiorno romano nell’inverno
1821-1822, gli commissionò una copia in marmo
dell’Autoritratto colossale di Canova (Venezia, collezione
privata), di cui egli già possedeva un calco in gesso, per
collocarla nel proprio studio accanto al busto che l’amico gli
aveva scolpito su preghiera della moglie Lucia Fantinati, e che,
rimasto privo degli “estremi tocchi” per la definitiva partenza
dello scultore per Venezia e la sua morte, sarebbe stato poi
terminato proprio dal Rinaldi. Scomparso di scena il grande
maestro, Rinaldi assunse infatti l’incarico, insieme a Cincinnato
Baruzzi, di terminare le opere rimaste incompiute nello studio
di via delle Colonnette, nel quale poi subentrò nel 1826 quando
la raccolta dei gessi originali dello scultore lasciò l’Urbe per
Possagno.
2. Giorno e anno sono sottolineati marcatamente due volte,
quasi a evidenziare la rilevanza della data, seguita all’ingresso
in città, il 20 settembre, di un reparto di bersaglieri, dopo che
l’artiglieria italiana aveva aperto una breccia nelle mura
Aureliane all’altezza di Porta Pia. Il successivo 2 ottobre la
popolazione romana avrebbe approvato con un plebiscito
l’annessione al Regno d’Italia.

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