Page 22 - Antonio Canova
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ultimare dal vero il Busto in marmo della medesima mi
è necessario averne due segni fatti dalla natura. Io ò di
già prevenuto il Sig.r Antonio acciò abbia la bontà di
prestarsi per che Ella ne faccia due segni dietro a
questo foglio che ne faccia un motivo della mossa, la
quale è in atto di girare il trespolo per mostrare il busto
a S.A. il Principe, che le starà vicino. La pregho
adunque di questo piacere, ma con la maggior
sollecitudine: servono altri quattro segni tanto che
diano la qualità mossa, ed il personale, egli sarà vestito
tutto di nero, giacché così mi conviene per l’effetto
generale della composizione che saranno una ventina
di figure ritratti. Lo faccia o in carta tinta, o bianca,
non importa la pregho di subito spedirmelo dentro una
lettera, acciò possa seguitare ad abbozzare”.
Ancora allo scultore e alla sua memoria rimandano le
poche carte di Leopoldo Cicognara, impegnato
nell’impresa della sottoscrizione internazionale per il
finanziamento che renda possibile l’erezione del fastoso
Monumento a Canova dei Frari. Accenti di sincera
commozione compaiono nella sua “disposizione
Testamentaria” redatta nell’aprile del 1825, là dove
ricorda il destino delle sole sculture canoviane in suo
possesso: il proprio busto colossale da trasferire, dopo
la morte del figlio, “nell’Arco de’ Monumenti di mia
Famiglia nel Cimitero di Ferrara”; mentre la testa
ideale di Beatrice “rimarrà in proprietà assoluta di mia
Moglie, poiché chiamata a parte di questo
possedimento dall’ Egregio Autore, allorché collocò
questo lavoro nella mia casa per consolarla
dell’amarissima perdita della sua Figlia”.
Alla funzione consolatrice dell’arte, che prende parte ai
nostri affanni, rimanda anche la lirica, dedicata
all’amica infelice Teresa Casati Confalonieri, sulla
Polimnia la scultura da lui voluta con tutte le sue forze
per qualificare la serie di opere d’arte offerte nel 1818
dalle Provincie Venete in occasione delle quarte nozze
dell’imperatore Francesco I d’Austria con Carolina
Augusta di Baviera. Nei versi finali Cicognara
immagina che il capolavoro canoviano, collocato nel
Gabinetto dell’Imperatrice a Vienna, abbia assistito,
partecipe ma impotente, alla supplica rivolta senza
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