Page 42 - Antonio Canova
P. 42
io mai mai mi sia scordato di Lei (Eh come il potrei?)
ma per quella maledettissima inerzia che provo per lo
scrivere e null’altro certamente.
Ho ricevuto una letterina della nostra Adorabilissima
Sovrana2, letterina che ho baciata più volte, e che
continuerò a baciare per ben lungo tempo. Non Le ho
mandato ancora il Bustino di marmo perché volevo
accompagnarlo con quello del Re che ora è di già finito
e formato ancora; mi piacerebbe però che la Maestà
del Re li vedesse tutti due prima di fare la spedizione.3
Egli dovea venire al mio studio, ma poi
improvvisamente se ne è partito; prima però di
montare in Carrozza, ha voluto crearmi
Commendatore. Vostra Eccellenza Reverendissima può
bene comprendere quanto io debba essere penetrato da
un così delicato e gentile pensiero. Mi trovo veramente
confuso della bontà infinita che questi Sovrani hanno
per me. Quand’Ella dunque avrà occasione di vedere la
Regina, la supplico con tutto il cuore e con tutta
l’anima di volermi porre a Suoi piedi e dirle tutto, tutto
quello che Ella crede in mio nome. Con i Busti
manderò ancora alla Regina parecchie stampe, e a
quelle ve ne unirò qualcun’altra per l’Arcivescovo di
Taranto a cui bacio e ribacio mille volte la mano.
Canòva
P.S. Sono più di due mesi che avevo dato una lettera
per Vostra Eccellenza Reverendissima, non alla
compagna di quella che raccomandai al Mar.se Berio,4
ma ad una delle più amabili delle più gentili e virtuose
donne che vivono sopra la terra, Madama Recamie.5
*Autografo: un foglio int., tre facciate.
1. Giuseppe Capecelatro (Napoli, 1744-1836), della famiglia dei
duchi di Morrone, fu nominato arcivescovo di Taranto nel 1778.
Ecclesiastico modernista, accolse favorevolmente la costituzione
della Repubblica napoletana nel 1799 e per questo fu imprigionato
durante il temporaneo ritorno dei Borboni. Nel 1806 fu nominato
da Giuseppe Bonaparte membro del Consiglio di Stato e nel 1809
da Gioacchino Murat, per breve tempo, ministro degli Interni, poi
primo elemosiniere della regina, di cui era divenuto colto e
raffinato accompagnatore soprattutto nelle escursioni
archeologiche, quindi direttore dei Musei Reali. Dopo la
restaurazione fu obbligato a ritirarsi a vita privata a Napoli, ma
( 42 )