Page 38 - Antonio Canova
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1. Jacques-Louis David (Parigi, 1748-Bruxelles, 1825) aveva
conosciuto Canova a Roma, nel 1779 o nel 1784-1785. Un più
stretto rapporto di amicizia fra i due artisti dovette svilupparsi
durante le visite di Canova a Parigi, nel 1802 e nel 1810, tanto
che David inviò i suoi allievi a Canova anche dall’esilio belga
(dopo Waterloo e il ritorno definitivo dei Borbone il “primo
pittore dell’imperatore” era stato esiliato da Parigi come
regicida e si era stabilito a Bruxelles, dove sarebbe rimasto fino
alla morte).
2. Superate grazie ai buoni uffici del cardinale Consalvi le
resistenze nei confronti di Bonaparte, reo dell’offesa fatta alla
gloriosa repubblica veneta, Canova era partito il 22 settembre
1802 da Roma alla volta di Parigi, dove avrebbe dovuto
eseguire il ritratto del Primo Console. Giunto nella capitale
francese quattordici giorni dopo, Canova fu ricevuto da
Napoleone all’inizio di ottobre e a metà mese cominciò le
sedute nel castello di Saint-Cloud, durante le quali realizzò un
modello in creta da cui fu tratto a Parigi un gesso, del quale si
hanno due esemplari, uno a Possagno e uno all’Accademia di
San Luca a Roma. Durante il soggiorno parigino ebbe modo di
riprendere contatto con alcune vecchie conoscenze
dell’Accademia francese di Roma, come appunto David (che
più di ogni altro artista aveva contribuito a idealizzare il mito
di Napoleone e a fissarne l’iconografia dell’eroe provvidenziale,
salvatore della patria), e di stringere nuove amicizie, come
quella col pittore Gérard.
3. François Gérard (Roma, 1770-Parigi, 1837), considerato
uno dei più meritevoli pittori della sua generazione, conobbe
Canova durante il primo soggiorno parigino dell’artista
possagnese, di cui fece un ritratto, ora al Musée de la Légion
d’Honneur. Con Canova rimase in episodico contatto epistolare,
scrivendogli lettere di presentazione per alcuni amici nel 1806 e
nel 1811 (cfr. Bassano del Grappa, Biblioteca Civica,
Epistolario Canoviano, V.452.3400-3402).
6.*
ANTONIO CANOVA ALL’ARCIVESCOVO DI
TARANTO1
Eccellenza Reverendissima
Dio buono! Cosa dirà mai l’adorabile Arcivescovo di
Taranto che il suo Canova non gli ha scritto da tanto
tempo? Miserere Eccellenza Reverendissima non perché
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