Page 46 - Antonio Canova
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Cracovia) e mercante di antichità, ed anche come conservatore
dei Musei Vaticani dal 1807 al 1814 (direttore dal 1815 e dal
1816 membro della Commissione consultiva per controllare e
arginare l’esportazione di opere d’arte), si dedicò
principalmente a sovrintendere allo studio di Canova (cfr. P.
Mariuz, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Ist.
dell’Enciclopedia Italiana, XXXIX 1991, pp. 425-429).
2. Alessandro D’Este (Roma, 1783-1826), secondo figlio di
Antonio, lavorò sin da giovanissimo con il padre nello studio di
Canova, che sarebbe diventato il suo protettore e il suo più
importante committente. Nel 1812 eseguì un fregio a
bassorilievo per il secondo gabinetto dell’imperatore nel
palazzo del Quirinale e scolpì diversi busti con ritratti di illustri
artisti e letterati per il Pantheon. Accompagnò Canova a Parigi
nel 1815, dove sovrintese all’imballaggio delle opere d’arte da
rispedire a Roma, e successivamente raggiunse il suo protettore
nella capitale inglese (cfr. P. Mariuz, in Dizionario Biografico
degli Italiani, Roma, Ist. dell’Enciclopedia Italiana, XXXIX
1991, pp. 424-425). Suo nipote Alessandro, figlio del fratello
Giuseppe, curerà nel 1862-1864 l’edizione fiorentina delle
Memorie di Antonio Canova scritte da Antonio D’Este (cfr. A.
D’Este, Memorie di Antonio Canova, a cura di Al. D’Este,
Firenze, Le Monnier, 1864).
3. Giambattista Sartori Canova (Crespano, 1775-Possagno,
1858), generalmente conosciuto come “l’abate” (cfr. Sartori
Canova a Digiorni, 19 dicembre 1817, lettera n. 10, nota 1).
4. Si allude probabilmente alla statua di Pio VI orante,
commissionata a Canova dal duca Braschi, nipote del pontefice,
per adempierne il desiderio di vedersi raffigurato davanti
all’altare della Confessione nella basilica di San Pietro. Il
modello, iniziato nella seconda metà del 1817 (cfr. G.
Pavanello, L’opera completa del Canova, Milano, Rizzoli, 1976,
n. 361) risulta portato a compimento alla fine del 1818 (lettera
di Cicognara a Canova del 23 gennaio1819, Possagno, Lascito
Fondazione Canova, b. 3, f. 2, XVI), ma il marmo non fu
completamente condotto a termine per la morte dello scultore.
5. Si tratta certamente del gruppo di Marte e Venere (Londra,
Buckingham Palace), commissionato nel dicembre del 1815 a
Canova dal principe reggente d’Inghilterra Giorgio IV, che
nell’occasione gli fece dono di una tabacchiera tempestata di
brillanti con il suo ritratto, durante il soggiorno londinese
seguito alla delicata missione parigina di recupero delle opere
d’arte asportate. Il “gran modello” del gruppo allegorico della
guerra e della pace risultava terminato nel dicembre del 1816
(lettera di Cicognara a Canova, 21 dicembre 1816, Bassano del
Grappa, Biblioteca Civica, Epistolario Canoviano,
III.274.2690), ma il marmo non sarà finito che nel febbraio del
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