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Concerto..., commemorante l’avvenimento del sopraccennate; ossia quella della provenienza
1543, dalla tradizione di “lustro” locale attribui- di Nicolò da Soragna. Non possiamo sapere in-
to a Tiziano... Escluso un testo originale tizia- vece se l’affresco sia stato realizzato durante o
nesco, essa (copia) stimola, in via d’ipotesi, ad subito dopo l’incontro e sotto l’egida di Giam-
orientarsi verso il pittore modenese per l’atteg- paolo Meli Lupi (che ospitò il Papa sia il gior-
giarsi degli illustri ritrattati ed il modo di stiliz- no prima dell’avvenimento sia la sera dell’ulti-
zare la silhouette” 6. mo giorno di congresso) in un ambito d’ospita-
lità che fu sostenuto presumibilmente da tutti i
Pur tenendo presente la differenza qualitati- feudatari della Bassa, oppure se il pittore
va esistente fra l’affresco perduto e la copia su venisse ingaggiato da Girolamo Pallavicino
tela risalente circa all’inizio del Settecento, in appena dopo la metà dell’agosto 1543, quando
effetti anche a noi sembra ora più corretto ac- lo trovò disoccupato in seguito alla scomparsa
cedere al parere della Bergamini: del resto an- del committente soragnese.
che Mina Gregori ci aveva suggerito nel 1975 la
totale autografia abatiana per la facciata di Bus- Va segnalata infine la nostra recentissima re-
seto. Lo proverebbero in special modo il parti- stituzione all’artista (sul quarto numero della ri-
colare caratteristico del giovane col cappello vista “Po” relativo al 1995) del malconcio affre-
che sta appena a destra del Pontefice seduto, sco con “Cristo caduto sotto la croce e la Vero-
ripreso così bene dal dell’Abate nelle famose nica” conservato nella chiesa bussetana di San-
scene di divertimenti in uno dei fregi di Palaz- ta Maria degli Angeli, dato in precedenza al
zo Poggi a Bologna, e la tipica decorazione a cremonese Antonio Campi.
fili d’oro intrecciati nell’abito dell’Imperatore,
già utilizzata nell’“Adorazione dei Magi” della Nel libro del 1976 proponemmo a Nicolò
Parrocchiale a San Polo d’Enza. dell’Abate le ancor notevoli testimonianze d’af-
freschi che restano nella Rocca dei Meli Lupi
Per la committenza del lavoro bussetano soltanto per via stilistica, sostenuti particolar-
avevamo proposto tre eventualità: che Paolo III mente dal successivo beneplacito della Lang-
aggregasse il pittore al suo corteo passando da muir: “More exciting visually are Godi’s other
Scandiano (ove il Pontefice risiedette il 13 e il finds: parts of the internal decoration of the
14 giugno 1543); che Girolamo Pallavicino lo Rocca di Soragna, previously assigned, althou-
chiamasse indipendentemente da Scandiano, o gh never unanimously, to Parmigianino. They
dalla zona modenese, in un periodo appena consist of the sections of a frieze of playful
successivo al fatidico incontro (che venne sta- “putti”, anticipating the more painterly “putti”
bilito solo verso il 19-20 giugno); e infine che il of the Sala dei Paesaggi in the Palazzo Poggi,
raffinato artista provenisse dalla vicina Soragna, and an “Amor” removing an arrow from his
sempre in un periodo immediatamente succes- quiver, in tones of gold, white, violet and
sivo all’avvenimento. green which recall the Orlando Furioso fre-
scoes formerly in the Palazzo Torfanini. In
Come vedremo meglio più avanti, oggi risul- addition to these fragments Godi attributes to
ta che Giampaolo Meli Lupi, feudatario di Sora- Nicolò, I believe justly, the astonishing frieze of
gna, sia stato il committente esclusivo del co- fantastical animals from the “salone”...” 7.
spicuo ciclo d’affreschi in Rocca. Poiché morì,
proprio andando o tornando da Scandiano, il Nel 1982 avemmo poi la soddisfazione di an-
15 agosto del 1543, vale a dire poco meno di nunciare che Bruno Colombi aveva rintracciato
due mesi dopo lo storico incontro al vertice di una importante conferma documentaria all’attri-
Busseto, rimarrebbe valida riguardo alla com- buzione8, che pubblicammo due anni dopo9,
mittenza della facciata solo la terza delle ipotesi consistente nella testimonianza rilasciata dal
6 O. MICHEL, L’“Accademia”, in Le Palais Farnèse. École française de Rome, I, vol. 2, Roma, 1981, p. 579, nota 120, f. 5 a
p. 580; W. BERGAMINI, op. cit., p. 274.
7 E. LANGMUIR, op. cit., p. 785, ff. 61-62. Si vedano inoltre: G. CAPACCHI, Castelli parmigiani, Parma, 1979, p. 382; G. MU-
LAZZANI, La pittura, in Corti del Rinascimento nella provincia di Parma, Cinisello Balsamo, 1981, pp. 172-173, ff. 187, 192-
193; G. PRAMPOLINI, op. cit., p. 101; E. QUARANTA, con la collaborazione di B. COLOMBI-G. GODI, La Rocca di Soragna.
Itinerario e cenni storici, VII ediz., Parma, 1982, pp. 11, 34, 38, 45, f. a p. 39.
8 G. CIRILLO-G. GODI, Di Orazio Samacchini e altri Bolognesi a Parma, in “Parma nell’Arte”, fasc. 1, 1982, p. 28.
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