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L’ipotesi ricostruttiva per la parete lunga po- di comunicazione con la loggia del Bibiena.
sta a nord (verso la loggia bibienesca che guar- Nella panoramica trama architettonica che in
da nel cortile della Rocca) proposta nel 1976
risulta tuttora corretta, se si escludono la scan- origine pausava la lunga parete a nord (di metri
sione a cinque e non a tre scene e la relativa 13,65) la scena d’“Ercole e Caco” (fig. 20) (sesta
posizione centrale dell’“Ercole e Caco”. del ciclo) fungeva da punto focale: della sua in-
teressantissima impronta (fig. 19) diremo in
Non a caso sette fotografie eseguite nel 1960 seguito.
(con i fregi ancora sul muro) e la coeva, già
citata foto presa per angolo (con gli intonaci Possiamo presumere che la parte frammen-
già staccati) documentano che nei primi posti taria di sinistra rimasta della scena con “Ercole
della lunga parete stavano i tre notevoli spez- e il leone di Nemea” (fig. 21) fosse nel quarto
zoni con “Capre e montone” (fig. 7), “Coniglio posto di questa parete, ovvero che appartenes-
e leopardi” (fig. 8) e “Dromedario con liocor- se al settimo episodio del ciclo, proprio perché
no” (fig. 9); nonché la colonna ricoperta di vite la parete divisoria innalzata nel 1816 taglia il
col capitello figurato (figg. 11,12). La perdita muro alla larghezza giusta. Invece nel 1976 pro-
degli ultimi due fregi avvenne nel 1816 con ponemmo di ubicare il lacerto sulla destra della
l’innalzamento della parete divisoria. Nel 1960 parete corta ad est, a fianco dell’accesso origi-
durante i distacchi si dimenticarono in loco nario posto nell’angolo. Una vecchia foto Tosi
solamente alcuni frammentini della cornice su- eseguita nel 1960 prima del distacco purtroppo
periore. L’assenza di altre metope figurate va di non fornisce ulteriori elementi. Si arguirebbe
sicuro imputata al cambio di soffittatura effet- così che nel 1904, a descialbatura avvenuta,
tuato nel 1816, allorquando vennero sfilate le non venne giudicato degno d’essere strappato
grosse travi portanti del cassettonato originale come le quattro scene rimaste integre.
con l’evidente distruzione dei sottostanti parti-
colari decorativi. Nel 1990 non è stata rinvenuta l’impronta
del frammento con “Iolao” (fig. 22) strappato
In questa parete lunga che guarda a nord la nel 1904, appartenente alla zona destra della
prima impronta (fig. 16) scoperta nel 1990 scena con “Ercole e l’Idra”; pertanto dovrebbe
riguarda la quarta scena del ciclo, strappata nel essere stato ritrovato nella stanza minore rica-
1904, raffigurante “Ercole che abbatte il toro” vata nel 1816. Calcolando che la metà a destra
(fig. 17). Si può osservare che nella incornicia- della parete corta di testata è occupata da un
tura architettonica il pittore rinunciò, certo a camino d’inizio Ottocento e dall’ingresso origi-
causa di asimmetrie parietali, alla metopa in nario, i punti della sua ubicazione eventuale
finto marmo del fregio e alla sottostante para- restano soltanto tre. A nostro avviso quello più
sta, iniziando la figurazione direttamente nel- probabile è presso l’angolo dove si aperse nel
l’angolo. Va pure notato che in un primo tem- 1904 una porta di comunicazione con la loggia
po l’artista eseguì il profilo della Ninfa nuda a bibienesca; ossia si trova nella parte finale
destra sfuggente come nell’incisione del Ca- della parete lunga a nord. Proprio la sicurezza
raglio da Rosso Fiorentino presa a modello, per della perdita del frammento avrebbe imposto
poi modificarlo nella stesura finale. lo strappo, al contrario di quanto avvenne per
quello con “Ercole e il leone”. Nello “Iolao” la
Seguivano la citata colonna col capitello fi- mancanza della parte bassa dimostra infine che
gurato e la scena con “Ercole che soffoca An- non fu ritenuto conveniente scavare il pavi-
teo” (fig. 18), che nel 1976 proponemmo di mento, come invece si fece per le quattro sce-
ubicare sulla sinistra della parete corta verso ne integre.
est. Dell’impronta ritrovata nel 1990 manca la
parte destra, poiché nel 1904, dopo lo strappo Come abbiamo già accennato la parete corta
della pellicola pittorica, vi fu aperta una porta del salone posta ad est era in origine più arre-
trata di quanto si poté supporre nel 1976: con-
l’artista nel campo dell’arredamento, il quale fu per l’appunto ricordato nel 1543 come autore “de Targoni e rotelle e for-
cieri” (cfr. W. BERGAMINI, op. cit., p. 272). Va osservato pure che il foglio con “Apollo” passato per Sotheby’s (Old Master
drawings, cat. dell’asta, Londra, 4 luglio 1988, lt. 32, con f.) con datazione al periodo francese è invece alternativo per la
figura in basso a destra nel progetto al Louvre per la decorazione attorno all’orologio del Palazzo Pubblico a Bologna (cfr.
S. BÈGUIN, op. cit., 1969, pp. 96-97, f. 39).
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