Page 16 - ParmaArteXXI
P. 16

meno Bacchi e De Marchi6, che partendo dalla Madonna col Bambi-
no in trono fra i Santi Pietro e Lucia per l’oratorio di Santa Lucia,
ora in Saint-Etienne du Mont a Parigi, apparentemente contrattata
dal solo Pier Ilario nel 15157 e nel 15188, proponevano di assegnare
a quest’ultimo la pala di Sant’Uldarico, ora presso la Galleria di
Parma, firmata “Opus de Mazollis”, e a Michele la tavola di Scu-
rano (1514), recante invece l’iscrizione “Petrus Hilarius et frater
Mazola”. Del tutto diversa la posizione di Cirillo9, il quale, sulla
base della firma della pala di Scurano, che accredita un ruolo pre-
minente a Pier Ilario, gli riferiva anche, per l’esecuzione calligrafica
e puntuale, il santo sulla sinistra e parti del gruppo principale nel
dipinto in Galleria, attribuendo invece al fratello le restanti figure
della stessa tavola e l’intera stesura dell’altra ora in Francia. La
questione verte tutta sulla maggiore attendibilità della firma o dei
documenti di allocazione chiamati in causa come presupposti delle
successive partizioni su base stilistica, ma, tenendo conto del fatto
che Pier Ilario in quanto capo bottega si occupava anche delle trat-
tative e delle riscossioni per conto di altri familiari, come si è già
verificato per successive committenze del Parmigianino e del Bedoli,
riteniamo più verosimile l’ipotesi di Cirillo, che inoltre ha proposto
al pennello dei due fratelli i sottarchi della seconda e terza cappella
a destra in San Giovanni Evangelista10 e a quello di Michele la ghiera
nel sottarco della quarta a sinistra11.

   La parte più interessante dell’analisi compiuta da Cirillo è però
quella relativa all’eventuale collaborazione tra gli zii e il giovanis-
simo Parmigianino in alcuni dipinti molto discussi finora riferiti al
solo nipote. È il caso del Battesimo di Cristo della Gemäldegalerie
di Berlino12 (fig. 6), non ritenuto autografo da parte della critica,

   6 A. Bacchi, A. De Marchi, La pala di San Quintino, in Francesco Marmitta,
Torino 1995, pp. 229-304, in partic. p. 287 nota 45.

   7 I. Affò, Vita del graziosissimo pittore Francesco Mazzola detto Parmigianino,
Parma 1784, p. 9; Id., Il Parmigiano servitor di piazza, Parma 1796, pp. 41-42.

   8 C. Ricci, La R. Galleria di Parma, Parma 1896, p. 104.
   9 G. Cirillo, Fra Cremona e Bologna, aspetti della pittura parmense nel Cin-
quecento, in “Parma per l’Arte”, VIII, 2002, 1, pp. 67-145, in partic. pp. 74-75.
   10 Id., Nuove considerazioni sulla pittura e qualche scultura del Cinquecento
parmense, prima parte, in “Parma per l’Arte”, XV, 2008, 2, 2009, 1-2, pp. 5-41,
in partic. pp. 23-24.
   11 Id., Fra Cremona e Bologna… cit., p. 75.
   12 Ivi, pp. 75-76; Id., Parmigianino, Bedoli e Anselmi: novità e precisazioni, in

                                         14
   11   12   13   14   15   16   17   18   19   20   21