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che Francesco avrebbe eseguito all’età di sedici anni, e del Ritratto
di uomo con libretto e guanti già sul mercato antiquario di Torino13
(fig. 7), recante la data 1526 e quindi eseguito dal pittore durante
il soggiorno a Roma in compagnia dello zio Pier Ilario, dove la resa
impacciata e rigida delle mani, già sottolineata dallo studioso e in se-
guito da David Ekserdjian14, non può spiegarsi che con l’intervento
del più anziano congiunto. A conferma delle sue ipotesi Cirillo pone-
va a confronto alcuni dettagli del Battesimo con gli affreschi in San
Giovanni da lui restituiti ai due zii ed evidenziava le affinità tra il di-
pinto torinese e un Ritratto d’uomo con barba e cappello del Museo
di Palazzo Venezia da lui attribuito a Pier Ilario15 (fig. 8). Stando
a un’osservazione dello stesso Cirillo16, senz’altro condivisibile, an-
che la pala di Bardi potrebbe rivelarsi opera di collaborazione, pur
in misura decisamente minore, come indurrebbero a credere, per
esempio, alcuni dettagli del contorno e, soprattutto, il volto della
Vergine, che, per il colorito leggermente abbrunato e il carattere del
tutto inespressivo, quasi si trattasse di una maschera, è in qualche
modo dissonante rispetto alle altre fisionomie. Il Vasari17 aveva smi-
nuito l’intervento di Pier Ilario e Michele Mazzola nell’educazione
artistica del Parmigianino, scrivendo che “ancor che essi fussero
vecchi e pittori di non molta fama… non mancarono con ogni acu-
ratezza di farlo attendere a disegnare sotto la disciplina d’eccellenti
maestri”. Il biografo aggiungeva poi che “essendo giunto all’età di
sedici anni pervenuto, dopo aver fatto miracoli nel disegno, fece in
una tavola di suo capriccio, un San Giovanni che battezza Cristo, il
quale condusse di maniera, che ancora chi la vede resta meravigliato
che da un putto fusse condotta sì bene una simil cosa”, escludendo,

“Parma per l’Arte, XII, 2006, 1-2, pp. 7-48, in partic. p. 8; Id., Nuove considera-
zioni… cit.. p. 24.

   13 Id., Fra Cremona e Bologna… cit., pp. 77, 95-96; Id., Ancora per la pittura
parmense del Cinquecento, in “Parma per l’Arte”, IX, 2003, 1-2, pp. 7-57, in par-
tic. p. 32; Id., Nuove considerazioni… cit., p. 24.

   14 D. Ekserdjian, Parmigianino, New Haven and London 2006, pp. 134-135, che
aveva qualche riserva circa la piena autografia dell’opera, collocandola tra quelle
attribuite.

   15 G. Cirillo, Nuove considerazioni… cit., p. 24, figg. 17-18. Il ritratto purtrop-
po è stato pesantemente ridipinto.

   16 Si tratta di un’opinione espressa di recente a chi scrive, durante una conver-
sazione sull’argomento.

   17 G. Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, Firenze 1568
(ed. a cura di P. Della Pergola, L. Grassi e G. Previtali, Novara 1967, V, pp. 14-15).

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