Page 118 - Antonio Canova
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l’idea di due Tempi uno incontro all’altro, che più
presto potrò ne manderò a V.S. un’idea, non avendoli
potuti misurare, ma spero di penetrar ancor
qualch’altra volta per veder quelle belle cose, vi sono
ancor pitture d’un gusto squisito, in piccolo però, e
grotteschi superbi, Sig. Antonio l’antico è un gran bel
studio, e porgo voti al cielo acciò abbia il bel piacere di
vederlo in persona qui in Roma, la mia Casa è aperta
per lei, che belle osservazioni potressimo fare insieme,
non siamo però ancora morti. Lo prego di non perder
d’occhio l’amico che m’accennò poter aver in più
facilità le stampe del Tiepolo, e desidererei saper il
numero ed il prezzo di quelle ancora incise dal figlio, e
specialmente la Fuga in Egitto. La prego Sig. Antonio a
donare all’amicizia i disturbi che le reco, ed a
graziarmi de’ suoi comandi, onde possa darle qualche
[***] attestato della mia gratitudine e riconoscenza,
siccome altresì della continuazione della n.stra
amicizia, mentre pieno di stima passo a protestarmi,
pregandola de’ miei gran complimenti al Sig. Conte
Bonomo.
Di V. **
Aff.mo Amico
Jacopo Quarenghi Ar.to
Roma li 18 Maggio 1776
*Autografo: un foglio int., due facciate e un terzo.
A tergo: All’Ill.mo Sig. Sig. P.ron Col.mo/ Il Sig. Antonio Selva
Architetto/ Venezia/ recapito al Sig.r Conte Algarotti. Tracce di
sigillo in carta.
1. L’architetto Giacomo Quarenghi (Capiatone, Bergamo,
1744-Pietroburgo, 1817), nato in una vallata bergamasca da
una famiglia benestante, compì i primi studi letterari e si avviò
alla pratica della pittura a Bergamo, all’epoca sotto il dominio
della Repubblica di Venezia. Mandato a Roma per continuare
gli studi artistici, vi giunse agli inizi del 1761, quand’era papa
Clemente XIII: e qui ben presto scelse di passare dalla pittura
allo studio dell’architettura. A trentacinque anni partì per la
Russia con un contratto triennale, iniziando nel 1780
un’intensa opera di progettista e di costruttore alla corte
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