Page 31 - Antonio Canova
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*Autografo: un foglio, due facciate.

1. Il conte Tiberio Roberti (1749-1817), membro di una nobile
famiglia bassanese che contava vari amministratori della cosa
pubblica e letterati, fra cui Giambattista (1719-1786), ex
gesuita e scrittore di variati interessi, “nobiluomo di compiuta
gentilezza e urbanità fornito, di retti pricipj, di purissimo
costume ed ottimo cuore” (M. Missirini, Della vita di Antonio
Canova. Libri Quattro, Prato, Fratelli Giachetti, 1824, p. 471)
divenne intimo amico di Canova, col quale intrattenne intensa
corrispondenza fino alla morte. Allo scultore commissionò una
statua della Maddalena penitente: il 30 luglio 1791 Canova
gliene mandò un bozzetto, ma il conte rinunciò ai suoi diritti
sull’opera in marmo, probabilmente perché in difficoltà
finanziarie a causa dell’invasione francese dl Veneto; tuttavia
nel 1799 ricevette in dono dall’amico scultore un dipinto che
trattava lo stesso tema iconografico. Dal 1801 il Tiberio Roberti
risulta operare come procuratore di Canova a Bassano per
questioni finanziarie ed opere di carità, ruolo in cui gli
subentrò, dopo la morte, uno dei figli, Giambattista. Un altro
figlio, Roberto, risulta essere andato a Roma con Canova nel
1799, nella cui casa in piazza di Spagna è attestato vivesse nel
1803; per lo scultore dipinse copie delle vedute veneziane di
Canaletto, ora al Museo Civico di Bassano. Anche Francesco,
quarto figlio di Tiberio, fu pittore: dopo gli studi all’Accademia
di Venezia fu anch’egli a Roma, nel 1816, e in seguito a Firenze
dove eseguì copie da Tiziano.

2. Probabilmente Giovanni Tognoli, veneziano, uno degli artisti
maggiormente impiegati da Canova per disegnare le sculture
delle opere di cui si accingeva a far incidere la lastra per
pubblicarne la stampa, intesa ad illustrare (nel programma di
oculate iniziative per consolidare la propria fama ben al di là
delle mura di Roma) la sua attività di modellatore e scultore.
Giovanni Tognoli, insieme con Giovanni Demin, Luigi
Durantini e Francesco Hayez, anch’essi veneziani, risulta essere
uno degli incisori che abitualmente lavoravano anche per il
conte Leopoldo Cicognara.

3. Antonio D’Este (cfr. Canova a D’Este, 18 ottobre 1818,
lettera n. 7, nota 1).

4. Girolamo Zulian (Venezia, 1730-1795), di antica famiglia
patrizia, ricoprì importanti incarichi per conto della
Serenissima, prima come ambasciatore a Roma e poi come
bailo alle sublimi Porte. Fu attivo protettore e mecenate del
giovane Canova (raccomandatogli da Giovanni Falier, suo
primo committente), che accolse a Palazzo Venezia durante il
primo soggiorno romano, dal novembre 1779 al giugno 1780,
mettendogli a disposizione il proprio segretario, Giuseppe

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