Page 70 - Antonio Canova
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si aspettava, e che spero piacerà. Udine,5 Marini e
Soldaini6 an fatti de buoni disegni, specialmente
quest’ultimo. Spero che anche la Sig.ra Malenchini,
che prego di salutar tanto, manderà qualche opera
aIla nostra esposizione. Riguardo a ciò che mi dice io
pochissimo ne ò inteso, e sicuramente per mia parte
non l’an saputo; a qualcuno à fatto specie, mi dicono,
atteso ciò che lei stesso ne diceva una volta, del resto
son persuaso che lei prenderà questa relazione per
applicarsi, e non per perdere il suo tempo.
La pregho di tanti saluti a Camuccini, a Landi,7
come pure al Sig.r Canova. Quando saran situate le
opere di Monte Cavallo la pregho di darmene un’idea
secondo il nostro concertato, io poi le darò un’idea
della nostra esposizione in piccolo. Mi voglia bene mi
comandi e mi creda per sempre
Aff.o Amico Pietro Benvenuti
*Autografo: un foglio int, tre facciate.
A tergo: Al Sig.r Mio Pad.ne Col,mo / Il Sig.r Francesco Nenci/
Pittore/ Roma. Tracce di sigillo in carta.
1- Raffaello (o Raffaelle) Giovanni Antonio Guglielmo Morghen
(Portici, Napoli, 1761- Firenze, 1833), venne avviato all’arte
incisoria dal padre Filippo, e fu poi mandato a Roma nel 1778
come allievo e assistente di Giovanni Volpato, di cui sposò la
figlia Maria Domenica, che secondo la biografia canoviana era
stata prossima alle nozze con lo scultore possagnese. Rimasto
vedovo, nel febbraio del 1814 si era risposato con Caterina
Isabella Chiantini di Montepulciano. A Roma l’incisore visse fino
al maggio 1793, data della sua nomina a docente d’incisione ed
assistente al Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Realizzò celebri incisioni da dipinti di artisti italiani (la
Trasfigurazione da Raffaello; il Cenacolo vinciano, da un
disegno di Teodoro Matteini) e francesi (Audran, David e
Gérard), e le stampe del gruppo canoviano Teseo sul Minotauro
e del Monumento funerario di Clemente XIII, da un disegno di
Stefano Tofanelli.
2. Giuseppe Bezzuoli (Firenze, 1784-1855), dopo gli iniziali
studi di medicina, si era iscritto all’Accademia di Belle Arti di
Firenze nel 1807, dedicandosi alla pittura sotto la guida del
Benvenuti. Con la tela di Aiace che difende il corpo di Patroclo
vinse nel 1812 un premio triennale che gli permise di dedicarsi
a studi di paesaggio e di costume e insieme di studiare a Roma
la pittura di Raffaello. Tornato a Firenze si allontanò
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