Page 126 - Antonio Canova
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1752 mi farebbe somma finezza d’aquistarmele, non si
pigli però gran fastidio, se il tempo non glielo
permetesse, perché ben so quanto si ha da fare quando
si vuol far viaggio, guardi che sono tre tomi e non
vorrei spender più di mezzo Zechino, delle stampe di
Tiepolo ne lascio al suo gusto la scielta di sei o otto,
solo desidererei d’avere tra questi il Martirio di S.ta
Agata, e la Famiglia Crotta, troppo incomodo vedo che
gli do, ma la sua gentilezza è quella che mi averà per
scusato, se non potesse portar tutta questa robba con
sè ne puoi lasciar qualche parte al Sig.r Conte Avanzo
[?] quale riverirà in mio nome, e questa sera gli scrivo,
e in cosa gli devo scrivere della sua gentil dama, ne
faccia capitale perché è d’un carattere troppo
adorabile. Mi riverisca caramente il Sig.r Temanza al
quale scriverò oggi stesso, s’è a tempo di portarmi un
suo esemplare alla sua venuta a Roma mi farebbe una
somma finezza, e procuri con destrezza di pagarglielo,
perché non vorrei darle incomodo che so bene ch’averà
dovuto spender molto, me ne stata cercata ancora
qualche copia subito che *** uscita, ma di ciò scriverò
a lui deve esser una gran bell’opera e degna di tanto
uomo, non si scordi del suo ritrattino in carta o in tela
di cui altra volta gli scrissi, ho troppa stima e
venerazione di lui e però spero che non vorrà privarci
di questo piacere. Oggi ho venduto un esemplare del
Palladio pubblicato a Vicenza ad un Sacerdote Inglese,
li Romani non conoscono il Merito di sì gran Architetto,
come non conoscono nemeno i bei monumenti Antichi
de’ quali va fastosa Roma, e che sono la scola di tutti
gli Stranieri. Si ricordi di portare tutti li suoi studj fatti
in Venezia, e se ha qualche copia a.ppo il Sig.
Temanza la porti pure ch’averò molto piacere copiarla
si porti ancora penelli per aquarellare, perché non se
ne trovano qui de’ buoni, [***]. Non l’attedio più oltre
non si scordi di scrivermi anche presso il suo arrivo in
Roma per anticiparmi il piacere di vederlo col venirli
incontro. Mi scuso ** tante seccature, e più di prima di
‹lei› mi dichiaro
Roma li 28 Feb. 1778

                                                         Aff. .Amico
                                                Jacopo Quarenghi

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