Page 134 - Antonio Canova
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corte, archeologo e conoscitore d’arte, risiedeva a Roma dal
1763. Amico di Winckelmann e più tardi di Goethe, ricopriva
dal 1773 la carica di rappresentante in Roma dell’Accademia
di Belle Arti di Pietroburgo. Su invito di Frédéric Melchior
Grimm, consigliere di Caterina II, aveva scelto fra gli artisti
italiani, che l’imperatrice voleva ingaggiare per dare impulso
alla costruzione della nuova capitale creata da Pietro I agli inizi
del secolo, i quasi coetanei Giacomo Quarenghi di Bergamo e
Giovanni Trombara di Parma, che si erano segnalati nei
Concorsi Clementini dell’Accademia di San Luca, all’epoca in
grande risonanza.
5. L’abate Pietro Pasqualoni, letterato romano, traduttore di
tragedie greche edite a Venezia nel 1794-1795.
6. In realtà sono documentati rapporti del Quarenghi con
Onofrio Boni (Cortona, 1739-Firenze, 1818), redattore del
Giornale delle Belle Arti, nonché delle Memorie per le Belle Arti
per l’architettura e l’incisione in rame e gemme, cui era stato
designato dal principe Abbondio Rezzonico, su suggerimento
del Lanzi.
7. Nicola Giansimoni, architetto, aveva raccomandato nel 1769
Quarenghi ai monaci di Subiaco per il rifacimento interno della
chiesa di Santa Scolastica.
8. Baldassarre Galuppi, detto il Buranello, compositore
veneziano, che era stato a Pietroburgo dal 1765 al 1768.
9. Girolamo Zulian, ambasciatore di Venezia a Roma fino al
1783.
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GIACOMO QUARENGHI A GIANNANTONIO SELVA1
Carissimo Sig.r Antonio
Sono guarito finalmente doppo quatro mesi di continuo
tormento, il mio male era una fistula vicina all’Ano,
della profondità quasi mezzo palmo, con l’operazione
del taglio non guarì, sono guarito con l’operazione del
piombo, e doppo con l’oro, quanto siano state dolorose
queste operazioni non glielo potrei con parole
esprimere, solo io lo so, e questo ancora credo per non
aver mai fatto il Chirurgo di tali operazioni, e per non
aver il piombo così fino nè l’oro come si ha a Pariggi,
almeno, se Dio mi concede la grazia di veder un’altra
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