Page 137 - Antonio Canova
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creduto. Il Sig.r Novelli9 fa molto bene a mandar due
Quadri, questa Corte è senza Pittore, essendo morto il
Torelli pochi mesi sono se piacciono si può tentar un
gran colpo, dal canto mio e per il merito del Pittore, e
per riguardo suo, non mancherò a nulla, ma segretezza
grande, perché molti aspirano a questo posto, gradirò
moltissimo il Bozzeto che mi vuol favorire, ma non
saprei in qual maniera contracambiarlo, ma col tempo
spero che lo farò sperando che mi si darà occasione di
farlo, non dubiti che cercherò doppo che saranno
veduti da questa corte di vendergli con più riputazione
che potrò. La lettera che m’ha scritto prima di partire
per Napoli nepure l’ho ricevuta. La nova della morte
del nostro comune Amico Molinari l’avevo saputa da
Bonetti, come pure qualche cosa in confuso di Venezia,
se è cosa che si sappia, averei piacere di sentirne
qualche cosa, mentre le cose della Patria devono
interessare la curiosità di qualunque Cittadino d’essa.
Al Sig.r Senatore scriverò a Venezia più presto che
potrò, gran gentile Cavaliere, tre lettere m’ha scritto
dacché sono qui. Quando mi scrive, non si serva di
canali d’Ambasciatori esteri, mentre arrivano sempre
tardi, e poi si perdono facilmente, e quel che è più pago
al doppio dell’altre. Uno di questi giorni presenterò il
Modello del Palazzo di Campagna all’Imperatrice10
ordinatomi da lei come già, e che fu contenta de’
disegni, che volse di novo vedere Sabato passato
mentre io mi presentai a lei, unitamente all’altro
Architetto e lui pure con il suo progetto delle Stalle,
che per ampollosità s’è fatto metter su le Gazette con il
titolo di Cavaliere, ma le posso dire che fu molto
diverso il complimento nel rimetterci che fece li disegni,
so che ha scritto gran cose a Roma alla sua Dama, e
che le lettere girano per Roma di Regali e d’onori, qui
queste cose non si sanno, non si puol figurare Sig.r
Tonino cosa dicono di me questi Italiani, e del mio stile
d’Architettura, la critica più generale si è che io copio
dal Palladio e che non porto niente di novo in
Pietroburgo nella mia Architettura. Li lascio dire,
perché la maggior parte son Romani o del gusto
Romanesco, e crepano d’invidia per esser superiore e
nella prevenzione e nella paga alla loro, si sono uniti

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