Page 148 - Antonio Canova
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A tergo: Promemoria per il Sig.r Tonino/ Selva celebre
Archi.tto/ in Venezia
A tergo, di mano di Taddeo Mussio: NB. Se fosse sortita
qualche cosa sopra le belle arti, prego il Sig.r Tonino a
volermela provvedere, e mandarmela per il Sig.r Stabingher, il
quale lo rinborserà dello speso.
** Di altra mano
1. Anche questa lettera è menzionata da Lionello Puppi (cfr. L.
Puppi, Giacomo Quarenghi, Tommaso Temanza e
Giannantonio Selva. Documenti inediti e riflessioni, in
Miscellanea di studi in onore di Vittore Branca. IV. Tra
Illuminismo e Romanticismo, Firenze, 1983, p. 202 nota 42).
2. Si tratta del Teatro della Fenice, la maggior opera
d’architettura prodotta in Venezia negli ultimi decenni della
sua storia come Serenissima Repubblica (verrà inaugurata nel
1794), di cui appunto (tra polemiche e sospetti di favoritismi e
brogli nel concorso per la scelta del progetto) era architetto il
Selva.
3. Giuseppe Canziani era banchiere a Pietroburgo.
4. Ippolito Pindemonte (Verona, 1753-1828), che fu amico e
corrispondente di Paolina Secco Suardo Grismondi (nobildonna
di antica famiglia bergamasca, poetessa assai celebrata dai
contemporanei col nome di Lesbia Cidonia e animatrice di un
vivace circolo culturale), con cui Quarenghi rimase a lungo in
corrispondenza, aveva pubblicato a Bassano nel 1784 i Versi di
Polidete Melpomenio, con un’epistola “Al Signor Antonio Selva
veneziano architetto illustre”, la cui unica nota richiamava le
principali opere edilizie realizzate in Russia dal “Signor
Giacomo Quarenghi Bergamasco”, lodandone la “maniera
grandiosa e corretta, e totalmente Palladiana”.
12.*
GIACOMO QUARENGHI A [ABBONDIO
REZZONICO]1
Eccellenza
Eccole finalmente il progetto del Teatro da tanto tempo
promessole, ma che le malattie ed altre occupazioni
per l’Imp.le servizio m’hanno impedito farlo prima,
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