Page 187 - Antonio Canova

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Al Sig.r Giacomo Quarenghi Architetto – Roma*

Ritornato dalla villa ove mi trattenni alquanti giorni
col degnissimo Sig.r Conte Algarotti ritrovai una
carissima sua unitamente ad un Rottolo con entro il
di‹s›egno del Casino di sua invenzione, per cui gliene
rendo infinite grazie, e che tengo carissimo sì pel
preggio dell’opera, che per l’amicizia che professo al di
lui degno Autore. Intesi poi con dispiacere ch’Ella fosse
disturbata dalle Moroidi, incomodo ch’io mai soffersi,
ma che per relazione [intesi] so esser nojoso; desidero
che al presente ch’io scrivo Ella ne sia libero, così che
la prima volta mi grazierà di sue lettere intenda sì lieta
nuova. Il Sig.r Moretti spera di spedirle nella ventura
settimana il quadro che le ha ordinato; egli mi ha
imposto di ringraziarla della premura che gli dimostra,
sì per l’esito de’ suoi quadri che pei avvantaggiosi
discorsi che di lui fa onde procurargli delle
commissioni, e che all’occasione cercherebbe di non
demeritare; riguardo al dinaro ella sarà avvisata come
si avrà a contenere. Io intesi dalla di lei lettera che le
copie delle due vedute di Maurino sieno fatte in
disegno e non in pittura, se avessi sbagliato me lo
avvisi giacché non ancora ho data l’ordinazione. Il
motivo della dilazione dei Cori dell’Oratorio del
Bettoni è perché egli si trova fuori di Venezia da molto
tempo, e per qualche mese non fa ritorno, ma si accerti
che subito arrivato Ella sarà servita. Non faccia più
ricerche per l’inchiostro della China perché qui se n’è
ritrovato di buono: un Sig.r Schiavone ch’è stato in
quelle parti ne ha portato seco lui diverse libbre; lo
vende quattro paoli e mezzo all’oncia; non so se sia
buon prezzo.

Mille complimenti alla degnissima sua Sposa cui
sono molto tenuto per la buona opinione di me
concepita, e che certamente sarà derivata dalla bontà
che Ella ha per me. Nuove qui non ce ne sono,
abbiamo un Nipote del Bey di Tripoli, e il Duca di
Glocester1 Fratello del Re d’Inghilterra; malattie ve ne

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