Page 216 - Antonio Canova
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dipende da Milano, e senza spinger colà tutto è
infruttuoso ed io non ho valevoli corrispondenze

1807

1. Giovanni Antonio Antolini (Castel Bolognese, 1753-Bologna,
1841), dopo l’iniziale formazione ad Imola sotto la guida
dell’ingegner Vincenzo Baruzzi, si recò a Roma nel 1776, dove
presentò un progetto per la nuova sacrestia di San Pietro e,
sebbene questo non venisse accettato, ottenne una pensione da
Pio VI. Nel 1787 fece dono al papa di un modello per innalzare
l’obelisco che sarebbe stato eretto in piazza Montecitorio fra il
1788 e il 1792. Durante la rivoluzione si schierò con i giacobini
e collaborò con gli invasori francesi fin dal 1796, quando fu
invitato a Faenza per progettare un arco trionfale “alla gloria
della Nazione Francese”. Chiamato a Milano nel 1799 quale
membro della Commissione idraulica, gli fu affidato nel 1801 il
progetto del Foro Bonaparte, compiuta espressione del gusto
neoclassico in chiave celebrativa, che sarà approvato ma mai
attuato praticamente per la spesa esorbitante dell’esecuzione.
Nel 1815 rimase del pari senza esecuzione anche il suo progetto
per le Procuratie novissime a Venezia, la cui esecuzione fu poi
affidata all’architetto Giuseppe Maria Soli che modificò
ampiamente il disegno antoliniano. Fu professore di
architettura civile e militare, idraulica, geometria pratica e uso
degli strumenti geometrici all’Università di Bologna dal 1803 al
1815, quando fu rimosso dall’incarico per ragioni politiche.
Stabilitosi a Milano, insegnò architettura all’Accademia di
Brera senza tuttavia ottenere una cattedra (cfr. M. Pepe, in
Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Ist.
dell’Enciclopedia Italiana, III 1961, pp. 473-474).

2. Giuseppe Mezzani, ingegnere (cfr. Selva a Giacomo
Quarenghi, 31 dicembre 1803, lettera n. 6 (Minutario Selva)
nota 1).

3. Ferdinando Albertolli, oriundo svizzero, che dopo un periodo
d’insegnamento a Verona presso il liceo (1805) aveva ottenuto
nel 1807 la cattedra di ornato presso l’Accademia veneziana.
Dal 1812 al 1844 sarà insegnante di ornato all’Accademia di
Brera, succedendo allo zio Giocondo.

4. Marie Anne Waldstein, marchesa de Haro de Santa Cruz (cfr.
nota 6).

5. Colta animatrice della vita intellettuale ed internazionale
veneziana, musa celebrata di poeti ed artisti, Isabella Teotochi
(Corfù, 1760-Venezia, 1836), aveva sposato sedicenne il
patrizio veneziano Carlo Antonio Marin. Ottenuto nel 1795
l’annullamento del matrimonio, sposò l’anno successivo il
senatore Giuseppe Giacomo Albrizzi che avrebbe avuto il titolo

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