Page 212 - Antonio Canova
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(moderno Pantheon padovano di uomini illustri, ideato da
Andrea Memmo che sollecitò le commissioni) da Ernestina
Stharenberg, moglie del marchese Carlo Spinola di Genova
residente a Venezia, per onorare la memoria di Alvise
Valaresso, solerte provveditore di Sanità a Padova nel 1630-
1631. La statua del Valaresso in veste d’Esculapio dio della
medicina, poi non ritirata, fu posta dal Cromer nella sua villa
di Monselice, dove rimase sino al 1887, quando fu donata al
Museo Civico di Padova da Angelo Saggini, pronipote del
Cromer.
8. Anna Bianconi (1725-1820), vedova di Lorenzo Selva, con
cui Giannantonio, che non era sposato, visse fino alla morte.
17.
pubb.a
(6.)
Al Sig.r Antonio Canova
Dalla mia che vi scrissi lo scorso ordinario rilevavate
ch’io già dubitavo che foste senza mie lettere; [il mio
dubbio] non fu dunque irragionevole il mio timore e me
ne accerta la vostra di sabato; da che [movesse]
nascesse il mio dubbio lo dirò a voce al Fratel vostro.
Ripiglierò in questa le varie cose che vi scrivevo in altre
due se però tutte mi si presenteranno alla memoria.
Di S. Giminiano e del locale della nostra Accademia
io nulla vi scrissi per tema di esser considerato come un
oppositore dopo che manifestai la mia disapprovazione
fino ad ora con buon esito pel sovertimento e guasto
che si voleva fare del Palazzo Ducale e della Libreria.
S. Giminiano è quasi distrutto, dicono per erigervi una
magnifica Scala (notate ch’io nulla ho veduto e che
ripeto quello ‹di cui› si parla dal pubblico), e che vi
dev’essere una Loggia [sporgente] prominente nello
spazio occupato dalla Facciata della Chiesa. Concedo
che quel che si è immaginato abbia ad essere cosa
perfetta e bella, ma avrei amato che ce la avessero
costruita in qualch’altra località, e che ci avessero
lasciata l’opera del nostro Sansovino; convengo ancora
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