Page 213 - Antonio Canova
P. 213

che la di lui facciata fosse soggetta a critica
considerata isolatamente; ma qualora si rifletta che
formava un armonico passaggio fra i due opposti
caratteri delle Procuratie vecchie e nuove alle quali era
frapposta, parmi anzi che fosse degna di molta lode, né
so che predire dell’effetto che sarà per fare il nuovo
fabbricato se è tale quale mi fu descritto. Il povero
Sansovino non avrebbe mai creduto dopo due secoli e
mezzo di essere disturbato in casa propia; poiché colà
era sepolto; io me ne sono interessato, dimandai le sue
ossa in nome della nostra Accademia, mi furono
concesse, ma mi si contendeva di riporle in altro luogo
sacro dove procurerò sia fatta una memoria, e si voleva
che si trasportassero in Accademia come se questa
fosse un cimiterio, finalmente ottenni il permesso, le
ossa sono in una cassetta sigillata, e saranno riposte a
S. Maurizio; fino ad ora ho dovuto spender me solo,
pazienza se avrò l’oggetto, ma quel che mi fa
arrabbiare è il vedere di non aver cooperatori zelanti a
quest’opera patria, e che si ristringono alla sola
declamazione.

  L’Antolini1 è il despota di ogni cosa secondato ed
anche fomentato da Mezzani2 ch’è suo sostituto. Non
avrei mai creduto che questo giovine che ha molto
merito e che io ho sempre protetto, manifestasse un
carattere sì forte e sprezzante ‹verso› le opere dei nostri
Maggiori; Palladio e Sansovino per essi sono Bambocci
con Milizia alla mano; ma vedremo se in questo secolo
in cui tanto si deplora in iscritto l’Architettura si
faranno opere da poter porre di confronto a quelle che
rendono celebre la nostra Patria e le sue Provincie.
Credetemi Amico che io riconosco un tratto benefico
della Provvidenza di esser trascurato, poiché col mio
carattere soffrirei troppo ad aver a distruggere quel
che forma la storia preggevole delle nostre arti.

 Passiamo all’Accademia; anche per questa provai
delle mortificazioni col disapprovare la scelta del
Locale della Carità; prima per non guastare
l’architettura del Palladio, in secondo luogo per
l’obbligo di dover passar l’acqua, e nell’inverno
particolarmente di notte con tempi cattivi; inoltre
bisogna ricordarsi che la maggior parte degli studenti

                                     ( 213 )
   208   209   210   211   212   213   214   215   216   217   218