Page 77 - Antonio Canova
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delle colonne figurate di granito. L’angelo che slontana
le nubi e volta il sedere alla Vergine mi pare che scorda
dal resto, mi piacerebbe più che anche lui stesse con
venerazione verso della Vergine. Eccole sinceramente
detto tutto ciò che penso con la franchezza che
desidero sia detto anche nelle mie cose, ben inteso però,
che non ò alcuna pretensione che queste mie riflessioni
sieno giuste; di maniera che lei farà in tutto e per tutto
ciò che una matura riflessione, o il sentimento di
persone più capaci di me le ispireranno, per il miglior
esito del opera. Riguardo poi al prezzo, io non saprei
che dirle, vedo dagli altri che le idee non sono della
maggior grandiosità, ciò resti fra noi, Cacialli2 è
onestissimo e farà il possibile per Lei come à fatto per li
altri, ma tutto dipende dal Direttore delle Fabbriche,
che non sente nessuno in queste materie, ma son
persuaso che non vi sarà difficoltà, e forse a voce potrà
far meglio che per lettera.
La ringrazio tanto della testa di Satiro che mi à
favorito, non manchi di mandare il suo quadro prima
della festa di S. Giovanni che si possa esporre. E col
desiderio di presto abbracciarlo con i saluti della mia
Moglie sono
Suo Aff.o Amico
Pietro Benvenuti
*Autografo: un foglio int., quattro facciate.
1. Dell’Assunzione di Maria per la cappella della villa medicea
del Poggio Imperiale esisteva un bozzetto anche presso le
collezioni dell’Accademia fiorentina (cfr. A. P. Torresi, Primo
dizionario biografico di pittori e restauratori italiani dal 1750
al 1950, Ferrara, “Liberty House”, 1999, ad vocem).
2. L’architetto Giuseppe Cacialli (Firenze, 1770-1828) aveva
frequentato l’Accademia fiorentina di Belle Arti diventando
allievo di Gaspare Maria Paletti. Grazie ad Elisa Baciocchi
ricevette molte commissioni nel periodo napoleonico, arrivando
a diventare il caposcuola toscano dello stile neoclassico assieme
a Pasquale Poccianti. Nel 1808 fu nominato “Architetto delle
Fabbriche della Corona di Toscana”, ricevendo numerosi
incarichi, fra cui la ristrutturazione della villa di Poggio
Imperiale. Con la Restaurazione la sua attività non subì
interruzioni e mantenne il pubblico incarico, sebbene col diverso
titolo di “Architetto dello Scrittoio delle Regie Fabbriche”.
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