Page 92 - Antonio Canova
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del reggente di Svezia, l’ex maresciallo francese Bernadotte, e a
Napoli quella del re Gioacchino Murat. Uomo di ottime
maniere, di buona compagnia e di ampie letture, colto e
amante della musica che sapeva suonare e interpretare con
abilità, Neipperg era un soldato nella migliore tradizione
austriaca, che sapeva unire il carisma del guerriero al fascino
del gentiluomo. Nominato nel 1815 dall’imperatore Francesco I
ciambellano della figlia, col segreto compito di sorvegliarne
discretamente ogni movimento e riferire puntualmente a
Vienna, soprattutto in merito a un’eventuale corrispondenza
con l’ex imperatore in esilio, ne divenne l’amante e nel 1821,
dopo la morte di Napoleone, il marito morganatico.
2. Pietro I o Pedro I (Queluz, Lisbona, 1798-1834). Figlio di
Giovanni VI, re di Portogallo, aveva lasciato con il padre il
paese nel 1807, di fronte all’invasione napoleonica, recandosi
in Brasile. Nominato reggente da Giovanni che era ritornato in
Portogallo nel 1821, aderì subito dopo alla causa del
separatismo, proclamando l’indipendenza del Brasile (7
settembre 1822) e assumendo il titolo di imperatore. Don
Pedro aveva sposato la sorella minore di Maria Luigia
d’Asburgo, la principessa Leopoldina, che si imbarcò con lui
per il Sud America nel giugno del 1817.
3. Maria Luigia d’Asburgo (Vienna, 1791-Parma, 1847), figlia
primogenita dell’imperatore d’Austria Francesco I e della sua
seconda moglie Maria Teresa di Borbone Napoli, sposò nel
1810 Napoleone, che dopo la vittoria di Wagram, nella
necessità di un erede che assicurasse continuità alla dinastia e
le conferisse lo splendore legittimista che le mancava,
desiderava imparentarsi con la più illustre dinastia europea, e
aveva a tale scopo divorziato da Joséphine Beauharnais. Al
crollo dell’impero, quando Bonaparte fu esiliato all’Elba, Maria
Luigia, confusa e frastornata dai terribili eventi, spinta dal
gioco degli inganni e dalla continua incertezza, chiese aiuto al
padre e rifiutò di seguire il marito, rompendo in seguito ogni
rapporto con lui. L’anno seguente il Congresso di Vienna le
assegnò i ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, dove governò
trentun anni, fino alla morte, con saggezza, equità e
moderazione.
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