Page 154 - Antonio Canova
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quello che riguarda la sua persona ed il suo talento per
la tanta cosa confidata a Lei dal nuovo governo, e
sopra tutto della scielta in Regio Professore
d’Architettura,2 questa fa moltissimo onore a Lei e gran
utile a chi si applica a tale nobile Professione, la scielta
del Convento della Carità3 a mio giudizio è molto
opportuna per tale ogetto, e quantunque defigurata in
parte per la dimora di vandalica truppa, nelle sue
mani son sicuro che ripiglierà la prima forma e sopra
tutto la Sacrestia che per me era un ogetto di stupore e
meraviglia, tanto per la proporzione in generale come
in tutti i suoi dettagli d’un gusto il più puro e più
semplice che immaginar si possa, è veramente un
peccato ch’una sì stupenda fabrica non si sia mai
pensato doppo l’incendio a rimetterla nel primo stato.
Lei si puol ben immaginare quanto gradirei la copia
delle cose da lei fatte per l’arrivo de’ nuovo Sovrano4 in
Venezia, ma se posso terminare un terribile affare nel
quale m’ha ingolfato mio fratello D. Anselmo,5 conto a
Dio piacendo di far una corsa in Italia, e mi lusingo di
tutto in quel’occasione, altrimenti io le farò sapere di
qual canale debba servirsi per farmela avere sicura,
che sicuramente sarà quello del mio figlio cadetto,6 che
mi dicono pieno di talento, ed in Milano dove è stato
nel Collegio dei Nobili per qualche anno mi dicono che
superava tutti in tutto, ed ha un genio singolare per le
bell’arti e particolarmente per l’Architettura. Tutto
quello che mi dice, rapporto a S.to Giminiano è ben
vero, ed io sempre son stato del suo sentimento,
quantunque il nostro tanto amato e dotto Sig.r
Temanza sentisse alquanto diversamente. Ho molto
conosciuto Antolini a Roma e Lei se lo deve ricordare
frequentando qualche volta la mia casa, allora non era
che un mediocrissimo essere e più che mediocre
disegnatore, qui ancora s’è molto fatto e molto si fa nel
gusto di Pesto. Ma oh Dio che robba, finestre francesi
dettagli d’alcuna forma proporzioni analoghe alla loro
vuota testa in somma un Caos di follia, e gli si puol dire
con Orazio Spectatum admissi risum tonabis amicis, ed
attualmente qui non piaccion che le stravaganze
ancora con l’epiteto, mai vedute, forse averà letto nelle
Gazette il nome di questi Luminari del buon gusto, che
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