Page 210 - Antonio Canova
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Principessa Galicin a Petersbourg, al Sig.r Bossi3 di
Milano, al Sig.r Rossi4 di Bologna, al Rezzonico, al
Cav.r Puccini5 a Firenze, al conte Stratico6 a Milano.
La grazia che vi dimando n’è di non nominarmi, sarei
troppo tormentato e forse proverei dei dispiaceri a non
poter condiscendere alle varie ricerche.

  Dalla vostra lettera da Treviso a Valentino [siete]
sento che siete in disposizione di non star molto a
ritornar in Italia; mi lusingo che vorrete approfittare
venendo a Venezia di mia Casa; vi è una stanza per voi
ed un’altra per vostro fratello senza [veruna] reccar
alcuna alterazione nella famiglia, e potrete stare in
libertà ed unità come in una Locanda; e come tale ve
la offro e considerar la dovete; ciò per altro esser non
deve che di vostra volontà, alla quale io sarò ognor
rassegnato; vi prego bensì d’indicarmi quali sieno le
vostre disposizioni [dell] sull’indicato ritorno.

  Se vedete il Sig.r Colonello Piclker venuto a Vienna
col figlio del Sig.r Cromer7 ch’è entrato nel Collegio
Teresiano pregovi di salutarmeli, così pure al Sig.r
Consiglier Opizzoni, ch’io molto stimo, dite che son
gratissimo alla di lui memoria.

  Molti saluti al degnissimo fratel vostro. Non ancor è
venuta da costì la commissione di espor il Busto del
Sovrano. Mia Madre8 vi abbraccia ed io di cuore mi
protesto.

1. Dominique-Vivant Denon (Chalon-sur-Saône, 1747-Parigi,
1825), letterato, litografo e archeologo, direttore dei musei di
Francia dal 1804 al 1815, era stato presente nella città
lagunare dal 1788 al 1793.

2. Antoine-Chrysostome Quatremère de Quincy (Parigi, 1755-
1849) aveva conosciuto Canova nel biennio 1783-1784
durante il suo secondo viaggio in Italia, dove era già stato per
quattro anni a partire dal 1776, e con lui aveva avviato sin dal
1785 una corrispondenza saltuaria, che si intensificherà
progressivamente a partire dal 1802, dopo il nuovo incontro a
Parigi col possagnese, per i successivi vent’anni. Personaggio
emblematico degli anni rivoluzionari, attivissimo in campo
culturale, imprigionato durante il Terrore, che aveva osato
contestare lo stesso governo francese per la deportazione di
opere d’arte dall’Italia allo scadere del Settecento (coraggio che
gli precluderà l’accesso alle alte cariche negli anni dell’Impero),
nel 1815 Quatremère svolgerà una preziosa opera di

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