Page 205 - Antonio Canova
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giovinetto, me lo ha detto l’Abb.e Morelli.5 All’incirca
potete dirmi quanto il Fontana6 vorrebbe ad incider il
noto disegno senza che per ora lo mandassi? Vi ho
trattenuto un po’ troppo, ma m’è sempre dolce il
conversar con voi. Addio caro Amico.
Venezia 16. Aprile 1805
1. Cfr. R. Bratti, Antonio Canova nella sua vita artistica
privata, in “Nuovo Archivio Veneto”, aprile-giugno 1917.
2. Luigia Giuli, governante di Canova.
3. Fin dal 1799 Canova si era esercitato sul tema di Ercole
impazzito che saetta i propri figli, creduti quelli di Euristeo, Il
soggetto, desunto da Euripide e da un’ode di Pindaro, aveva
infatti ispirato un dipinto (Bassano, Museo Civico) lasciato
parzialmente incompiuto a causa del ritorno a Roma (un
unicum nella pittura canoviana per la straordinaria energia
espressiva e la forza drammatica), ma anche uno studio
eseguito a matitia grassa su tela (Possagno, Gipsoteca) e un
bozzetto in cera (Venezia, Museo Correr).
4. Probabilmente Valentino Presani (Udine, 1788-1861),
ingegnere ed architetto. Allievo di Michele Zuliani, si laureò a
Bologna. Giunto a Roma come pensionato dell’Accademia
Italiana (nel 1812 aveva vinto il gran premio di architettura a
Venezia), della quale fu nominato segretario nel 1814, ottenne
nel 1815 il premio Canova. Fu il maggior architetto neoclassico
friulano: è l’autore del cimitero di Udine, del palazzo degli
studi di piazza Garibaldi, del pronao della basilica delle Grazie
e del monumento alla pace di Campoformido di piazza Libertà.
Dopo essere stato direttore delle pubbliche costruzioni della
Dalmazia, dal 1839 ricoprì lo stesso incarico nel Litorale. Fu
poi ispettore alla direzione delle strade ferrate in Verona.
5. Jacopo Morelli, direttore della Libreria Marciana di Venezia.
6 Pietro Fontana (Bassano, 1762-Roma, 1837), dopo aver
studiato a Venezia sotto la direzione di Giambattista Mengardi,
fece ritorno a Bassano dove iniziò a lavorare come incisore nella
calcografia dei Remondini. Nel 1785 si trasferì a Roma per
entrare nella celebre bottega di Giovanni Volpato. Divenuto
amico di Canova, ne incise il busto scolpito da Antonio D’Este.
Fontana fu l’incisore a cui il possagnese ricorse più
frequentemente per l’incisione delle proprie opere. Per il bel
volume commemorativo Omaggio delle Provincie Venete edito a
Venezia nel 1818 realizzò le incisioni a contorno della Polimnia
di Canova, del vaso con il rilievo delle Nozze di Alessandro e
Rossane di Giuseppe De Fabris e del gruppo raffigurante
Chirone che ammaestra Achille di Rinaldo Rinaldi.
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