Page 227 - Antonio Canova
P. 227
22.
Al Sig.r Antonio Canova a Roma
Venezia 28. Febb. 1795 (1)*
Dal mio dolore mi immagino il vostro. Questi sono
momenti nei quali la sana e religiosa filosofia ci deve
soccorrere; con essa soltanto potiamo render meno
pesanti i tanti mali annessi alla nostra umanità, e la
sua voce nelle anime sensibili è più valevole di tutte le
consolazioni e di tutti i riflessi che dare e far ci possano
gli amici che ci circondano. In tal proposito niente più,
per ora chiudete questa lettera, e quando vi ritroverete
in qualche calma ripigliate la lettura di quel che segue.
Quel che mi avete esposto nell’ultima vostra lettera si
uniforma intieramente a quello che sempre io ho
pensato in tal affare ed a quello che ognora cercai
d’insinuare al Cavaliere,1 ma che egli ha sempre
disapprovato nutrendo in sé qualche altra idea. Egli
ora fatalmente più non esiste e bisogna cercar dei
compensi; ne ho preso qualche consiglio, e tengo che il
più sacro sia quello che vi rimettiate intieramente
all’Ec.mo Ambasciatore Pesaro che spontaneamente vi
si è esibito; non dovete però trascurare il Procurator
Capello2 che vi ama, e che vi può esser molto utile,
parlandogli per altro in que’ modi che esigono le
circostanze e la qualità dei rapporti ch’io non conosco
fra cotesti Signori, onde la particolar protezione di
ognuno non faccia nascere disparità di opinioni.
Ne venturo ordinario vi manderò copia del decreto
che vi dà la commissione, e vi unisco una piccola
informazione dell’andamento dell’affare nel quale
sapete che fui sempre testimonio caso che voi aveste
scordato i nomi e le circostanze (se avessi sbagliato nel
prezzo corregete) potrebbe forse servire a lume di
cotesti Signori. Vi aggiungo che si rende necessario
aver un Savio in colleggio, che appoggi l’affare,
sarebbe ottima cosa che aveste per protettore il Savio
Cassier Erizzo ch’è di carattere forte ne ch’è subentrato
in luogo dell’Emo, che ora è Consigliere; avete niun
rapporto colla Cavaliera Erizzo? questa può aver[e]
un’influenza sull’animo del figlio; vi aggiungo ancora
che se il vostro bel lavoro potesse essere in opera nella
( 227 )