Page 230 - Antonio Canova
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acquistata dal conte Giuseppe Mangilli.
4. L’ammiraglio Angelo Emo (Venezia, 1731-Malta, 1792) fu
l’ultimo eroe della Repubblica veneta, “Capitano Generale da
mar’ della Serenissima Repubblica”, vincitore dei Barbareschi
ad Algeri, Biserta e Tunisi, inventore delle batterie galleggianti
e di un tipo di nave piatta usata contro Algeri.
5. Gli statuti della Serenissima vietavano di erigere statue ai
patrizi veneti. Dopo trattative, Canova propose una stele di tipo
classico, da collocarsi nella sala delle Quattro Porte in Palazzo
Ducale sotto il dipinto di Andrea Vicentino con Enrico III di
Francia trionfalmente accolto a Venezia. Nel settembre del
1792 lo scultore si fece inviare dall’amico Selva lo spaccato
della sala; nel 1793 il modello della stele era terminato, nel ’95
il marmo era pronto. Ma nel frattempo era stato deciso di
collocare il monumento nell’Arsenale, con grande disappunto
dell’artista che dovette allungarlo. A ciò si aggiunsero nuove
difficoltà determinate dalle modalità del pagamento, mai
specificate nel contratto (come ben evidenzia anche
l’“Informazione” allegata al presente documento), per cui
Canova, nell’aprile 1795, spazientito, manifesterà il proposito
di dedicare la stele alla nonna, Caterina Ceccato, morta il 9
febbraio di quell’anno. Le difficoltà furono infine superate nel
migliore dei modi: il Monumento all’ammiraglio Angelo Emo fu
esposto con grande successo a Venezia nel giugno, alla presenza
dell’artista, cui il Senato conferì con decreto del 10 settembre
una pensione vitalizia di cento ducati mensili d’argento,
assegnandogli anche una medaglia d’oro del valore di cento
zecchini appositamente coniata dal Gazzini, con la
riproduzione della Stele nel dritto e il leone di san Marco al
rovescio.
6. Ludovico Manin (Venezia, 1726-1802). Ultimo doge di
Venezia, fu eletto nel 1789 succedendo a Paolo Reiner, in un
periodo assai critico della vita della Serenissima, che non riuscì
a difendere dalle truppe francesi che avevano invaso il Veneto
nel 1797.

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A S.E. Pietro Pesaro Ambasciator a Roma*
                                 Venezia 28. Febb. 1794. M. V.

                                                           1795

Essendomi noto quanto V.E. preggi ed ami
l’impareggiabile Canova, e quanto la interessi tutto ciò

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