Page 237 - Antonio Canova
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sarebbe tolto dal mondo se una fortunata
combinazione da me ognora coltivata non me ne avesse
reso legittimo possessore. Nel pubblicarla mi son
procurato il piacere di dar un attestato di riconoscenza
al Cav.r ed un contrassegno di estimazione all’Amico. Il
conio avea sofferto della ruggine, poche ne ha potute
dare perciò vi prego di non dire da chi l’avete avuta.
Qui ora ci troviamo più tranquilli perché sembra che
cessino i timori di guerra, non sono però tralasciati i
preparativi di difesa nelle nostre Lagune. Piacesse a
Dio di render tranquilla l’Italia! le continue incertezze
nelle quali si trova ha prodotto un grande
arrenamento nelle Belle Arti. Dopo le nostre vicende
politiche io non feci che qualche disegno per la
Germania, e per la Reppublica Jonia. Ora sto
disegnando una piccola Università Nazionale per
l’Isola di Cefalonia. Mi son tenuto sul carattere greco
ateniese con quelle modificazioni relative alla
grandezza del mio fabbricato: mi lusingherei che per la
semplicità e ritenute le sue distinzioni non facesse male
eseguita che fosse.
Fino dall’inverno scorso io consegnai ad un
architetto Francese che passava per Firenze una mia
lettera a voi diretta; l’avete ricevuta? Io sto benissimo
di salute, con sufficiente fortuna, perché non prego, ma
voglio esser ricercato, son però di essa contento perché
bastami a far star bene la famiglia che su di me riposa.
Qualunque sia l’opinione che di mia abilità si possa
avere, ho però il voto universale in fatto di onestà e con
tal doveroso carattere fui sempre tranquillo in tutti gli
eventi. Datemi caro amico vostre nuove.
Canova è arrivato a Vienna così gravemente stanco
del viaggio perché impiegò soli dieci giorni partendo da
Roma. E’ andato a far porre in opera il Monumento
per la Principessa Cristina,2 e mi scrive che si lusinga
di poter vedere tutto compito più presto di quel che [si]
credeva. Al di lui ritorno si ferma in Venezia o che bella
cosa che voi pure foste della partita. Richiamerei alla
memoria il tempo per me il più felice di mia vita
allorché ero in Roma. Amatemi e credetemi con vera
amirazione ed amicizia…
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