Page 239 - Antonio Canova
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*Nel margine, in alto a sinistra:
(*)Venne riscontrata la p,nte con lettera dello stesso Cav.r
Albertolli dei 14 Aprile.
**Nel margine, a sinistra, sotto la precedente annotazione:
(*) il Co. Alessandro Papafava3 di Padova
1. Giocondo Albertolli (Bedano, 1742-Milano, 1839),
architetto, ornatista, professore all’Accademia di Brera per
trentasei anni, originale progettista di arredi per interni, aveva
svolto attività di architetto in Toscana e a Napoli, ma aveva
acquistato fama soprattutto per l’attività svolta a Milano, ove
fu con Giuseppe Piermarini tra i divulgatori dello stile
neoclassico in terra lombarda, specie nella decorazione,
secondo una declinazione sobria che si differenziava in modo
netto dal gusto francese. Più che i progetti architettonici,
furono infatti determinanti per la formazione del gusto le sue
tavole di Ornamenti diversi, che costituirono il riferimento
quasi obbligato della decorazione architettonica del primo
Ottocento.
2. Ferdinando Albertolli (Bedano, 1781-1844), nipote e genero
di Giocondo (ne aveva sposato la figlia Maria), architetto, fin
da quando aveva quattordici anni viveva a Milano presso lo zio
per frequentare l’Accademia di Brera, dove occupò la cattedra
della Scuola di ornato dal 1812 al 1844.
3. Alessandro Papafava dei Carraresi (1748-1861), che a
partire dal 1818 avrebbe alloggiato in Palazzo Papafava a
Padova, noto per l’appartamento di gusto neoclassico allestito
per il fratello Francesco e la moglie Luisa Boncompagni
Ottoboni, ritratta in un busto da Rinaldo Rinaldi.
30.
Scritta al Sig.r Pietro [Simeoni] Simeoni di Vienna
L’estremo merito del Sanmicheli avrebbe [meritato]
domandato un Panegirista ben diverso da quel ch’io
mi conosco poter essere. In me non [mi] vi fu che la
buona volontà di porre in chiaro lume quanto a Lui
deve l’Italia, e quindi le altre Nazioni, alle quali essa
fu e sarà mai sempre Maestra; ed ascrivo soltanto a
questa retta intenzione il compatimento ch’Ella ed i
rispettabili suoi Socj han voluto significarmi pel tenuto
Elogio; del che me ne dichiaro obbligatissimo.
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