Page 241 - Antonio Canova
P. 241

delle cinque arcate laterali, ma posso assicurarla che
ne verrebbe un cattivo effetto tanto per una
sproporzionata altezza, quanto nell’unione dei due
coperti. Non mi sono fidato di me stesso, e l’ho fatto
vedere a varj distinti Professori e Soggetti intelligenti e
furono unanimi al mio sentimento.

  Rifletto poi a V.E. che essendo le fondamenta già
costruite non sarebbe stato prudente l’aggravarle di un
maggior peso non contemplato.

  Ambirei aver potuto servire V.E. in questa sua
premura, siccome mi dichiaro prontissimo a prestarmi
in qualunque altra sua in cui fossi abile, e con tutto il
rispetto ho l’onore di rassegnarmi.

                                      Scritta in Febb. del 1799.

*Nel margine, in basso a destra:
(*) I disegni pel detto Teatro furono spediti dal Selva [prima
della fine dell’anno 1798] in Xbre 1798. Nell’esecuzione di tal
Progetto si portarono delle notabili alterazioni essendosi pur
anco aumentato il numero dei palchetti ed accresciuto di un
ordine. La Sala da Ballo poco differisce dal disegno del Selva.1

1. La vicenda progettuale del Teatro Nuovo di Trieste, eretto
tra il 1798 ed il 1801, fu alquanto complessa. L’edificazione fu
intrapresa per iniziativa di Giovanni Matteo Tommasini,
negoziante di Borsa, che era riuscito ad ottenere
l’autorizzazione dal Governo centrale di Vienna. Egli affidò
l’elaborazione dei disegni a Giannantonio Selva, ma i due
diversi progetti che l’architetto presentò nel 1798 non furono
integralmente approvati.
La distribuzione dell’interno, che presentava affiancata alla
sala teatrale una sala da ballo, o Ridotto, di notevoli dimensioni
e nettamente separata dagli altri ambienti (tra cui anche
magazzini ed appartamenti), fu ritenuta essenzialmente
accettabile, mentre non soddisfecero le elaborazioni per la
facciata principale. Nella facciata Selva impiegò largamente il
bugnato, e progettò un grande portone ad arco sormontato da
un timpano e affiancato da due nicchie con statue. Un gruppo
statuario con dedica all’Imperatore coronava l’edificio. Sebbene
non interessato da considerazioni negative, in fase di
edificazione il disegno fu parzialmente modificato. Il 9 marzo
1799 venne conferito l’incarico di elaborare un nuovo progetto
per la facciata principale all’architetto Matteo Pertsch
(Buchhorn, 1769 – Trieste, 1834) e gli si affidò la direzione dei
lavori, allontanando Selva. Dopo molte difficoltà ed il

                                     ( 241 )
   236   237   238   239   240   241   242   243   244   245   246