Page 243 - Antonio Canova
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Conoscendo il grand’animo di Canova e la sua viva
gratitudine pel Cav.r bisogna ch’io premetta
l’immutabile sentimento di quest’ultimo che non
accettarebbe l’offerta generosa di cui sarebbe capace
l’Amico; ciò fissato ora tocca a Lei che ha lodevolmente
incominciato, di terminar sì piacevole affare,
rendendone inteso il Canova in quel modo ch’Ella
crederà più conveniente, e coll’indurlo a pronunziare
un numero ch’Ella mi comunicherà, che sarà un
fondamento col quale in breve si verrà ad una
conclusione.
Per lo più i mediatori sono scelti per conciliare degli
animi esacerbati, o per moderare indiscrette pretese, e
noi al certo saremmo mediatori di gare di generosità.
Forse Ella avrà qualche volta inteso il mio nome
dall’Amico Canova. Io pur professo una bell’arte, ma
oh Dio! Quanto debolmente; ne conosco le bellezze ma
non so raggiungerle. Amo [pur] assai anche le altre
due, e lode al cielo ne gusto i pregi, e l’entusiasmo
ch’io provo per Canova non è per essergli Amico; ma
perché mi lusingo esser conoscitore del bello delle opere
di quest’uomo divino nella sua arte, e da tanti secoli
solo in sì grande eccellenza. Ella che pur lo pregia e
che aver deve influenza sul di lui animo, gl’insinui la
discrezione nello studio onde lungamente si conservi
vita sì preziosa. Pel solo titolo di amico di Canova io
spero ch’Ella mi perdonerà, se troppo mi sono esteso, e
che mi vorrà considerare come suo ammiratore, e quale
ora ho l’onore di’incominciarmi a segnare
1. Si tratta in realtà di Luigia Giuli, cui Canova aveva affidato
la direzione della sua casa dal 1784. Cfr. Canova a [Tiberio
Roberti], 13 dicembre 1794, lettera n. 2, nota 6.
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