Page 245 - Antonio Canova
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34.

A S.E. il Co. Durazzo Amb.e Cesareo in Venezia
Questo Ecc.mo Sig.r Ambasciatore che m’impose di fare
i suoi complimenti con l’E.V., ha consegnato al Corriere
una cassettina che contiene le stampe ch’io ho
acquistate per ordine dell’amico Armano, e nella
medesima vi è incluso un pachettino che V.E. farà
grazia di far avere al di lui Fratello.

  Io sono contentissimo della mia venuta in questa
città. La sola vista di tanti grandiosi avanzi della
romana magnificenza seconda la fantasia di nobili e
sodi [principi] pensieri. Chi vuol uscire dal mediocre è
necessario che venghi a Roma. Mi esercito molto anche
nel buon ornato tanto necessario nell’architettura, e
che da’ moderni Architetti è troppo trascurato; in
somma conosco che non sapevo niente, e procuro di
divenire capace a qualche cosa. Una gitta a Parigi
dopo due anni di permanenza a Roma, io spero che
sarà quella che potrà rendermi utile alla mia Patria; io
ben mi ricordo che anche V.E. me ne ha saggiamente
consigliato.

  Se posso obbedire l’E.V. in qualche cosa di suo
aggradimento Ella non mi risparmi assicurandola che
mi sarà di sommo piacere l’onore de’ suoi comandi, e
col più profondo ossequio mi protesto

                                            Roma 26. Sett. 1778.

                                 35.

Sig.r Antonio Stimatiss.mo*
Premesso il giuramento della secretezza la prego di
leggere la lettera qui unita (÷).** Da essa rileverà il
sogetto di cui si tratta, e da questa il mio desiderio
subordinato a due condizioni. Il desiderio è molto vivo
di posseder quella Statua,1 che non accetterei in dono
e non comprerei a prezzo che non convenisse colle mie
finanze. La prego dunque legger la inserta e

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